Una questione di numeri. L’obiettivo: 161. Come i voti necessari per incassare la fiducia del Senato e proseguire l’avventura di governo. Non si fermano le trattative nei palazzi della politica: il premier Giuseppe Conte ha avviato la caccia ai ‘costruttori’ per sanare la frattura portata da Matteo Renzi e le dimissioni dei ministri di Italia Viva.
Le indiscrezioni parlano di quota 161 ancora lontana in Senato dove, al contrario della Camera (in cui la maggioranza è salda), Conte rischia di perdere la partita. Nelle ore che precedono la nuova stretta in vista della temuta terza ondata di contagi, l’asse Pd-M5S-Leu ha fatto capannello attorno al premier. Dopo l’appoggio ricevuto dal Psi, è arrivato il secondo ‘contenitore’ che potrebbe ospitare i ‘responsabili’: il Movimento per gli italiani all’estero, che vota da sempre a sostegno dell’esecutivo, cambia nome e diventa “Maie-Italia 23”.”Vogliamo essere uno spazio politico che ha come punto di riferimento Giuseppe Conte”, ha spiegato il presidente Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri. Ma i numeri sono ancora lontani dall’obiettivo.
Matteo Renzi, intanto, non chiude la porta: “Noi siamo disponibili come sempre, leggo di indisponibilità di altri. Da noi nessuna preclusione, se si parla di contenuti ci siamo”, ha detto l’ex premier in un’intervista (citata dall’Agi), salvo poi ribadire come la maggioranza difficilmente potrà raggiungere i numeri per governare: “Secondo me senza di noi sono lontani da quota 161 al Senato. Hanno raccontato un loro auspicio come fosse la realtà”.
Lunedì il presidente del Consiglio affronterà l’Aula di Montecitorio, dove i numeri sono dalla sua, mentre martedì sarà a Palazzo Madama e qui la maggioranza ha sempre corso sul filo ed ora, senza i 18 senatori di Italia Viva, è scesa sotto quota 150. Secondo quanto riportato dall’Ansa, Italia Viva avrebbe scelto per l’astensione.