Nel 2020 il Pil della Marsica scenderà del 9% con una perdita stimata di 350 milioni di euro. È quanto emerge dal programma di mandato 2020-2025, approvato ieri all’unanimità dal Consiglio comunale di Avezzano.
Nel documento vengono riportati i numeri della crisi pandemica nell’area marsicana. Pil in calo rispetto al 2019 a causa della riduzione dell’export e del crollo della domanda, in particolare quella interna. Il Covid ha causato la sospensione di alcuni settori strategici della zona, con ripercussioni negative sui redditi familiari e sull’occupazione. Le stime parlano di un calo del 5% degli occupati, meno dei livelli produttivi grazie al massiccio ricorso alla Cassa integrazione.
Uno scenario di incertezza che rende le famiglie marsicane più inclini al risparmio piuttosto che ai consumi. La contrazione del reddito porterà a una riduzione dei consumi pari all’8%, coinvolgendo molti dei settori locomotiva della Marsica.
Anno nero anche per gli investimenti (meno 12%) mentre le esportazioni caleranno del 14% riflettendo il crollo della domanda estera.
Dati che allarmano se si pensa che un terzo dei cittadini marsicani ha un reddito pro capite pari alla metà di quello del resto del Paese.
In controtendenza il settore dell’agroalimentare, unico tra quelli locali a presentare dati a rialzo, candidato ad asset principale per la ripresa economica.
Sulla ripartenza fondamentali saranno i fondi stanziati nel Recovery Fund, una partita in cui la Marsica intera vuole recitare un ruolo di primo piano.
All’Abruzzo saranno destinati 2,5 miliardi di euro tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto, un tesoretto in grado di risollevare l’economia e dare slancio allo sviluppo del territorio.
“Nessuno pensi di escludere Avezzano e la Marsica dalle provvidenze strutturali dello Stato, come più volte accaduto in passato”, ha scritto nel programma di mandato il sindaco Gianni Di Pangrazio, augurandosi la piena partecipazione di tutti i sindaci marsicani nel confronto per delineare soluzioni sul fronte Recovery Fund.
Un appello rivolto anche agli attori sociali e istituzionali per farsi trovare pronti e cogliere un’opportunità unica e irripetibile per risolvere le gravi carenze, in primis sanitarie e infrastrutturali, che da anni attanagliano il territorio.