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Crisi da Covid, a Pescara “up” i prezzi dei caffè

Impennata dei costi causata anche dall'aumento del prezzo delle materie prime.

I notevoli aumenti dell’energia uniti ai rincari delle materie prime, in particolare del caffè, ma anche di latte e cacao, stanno mettendo in crisi l’equilibrio fra costi e ricavi nel settore bar: molte attività si trovano a sostenere un’incredibile impennata dei costi che sta compromettendo il risultato di gestione in mancanza di un adeguamento del prezzo delle consumazioni. La notizia è riportata dall’Ansa Abruzzo.

“Nella nostra provincia sono già numerosi i bar che, costretti dall’aumento dei costi, hanno deciso di ritoccare i listini, a partire dalla tazzina del caffè, per recuperare la redditività della gestione”. A dirlo alla stampa è il
presidente del Settore Bari Fipe Pescara, Carlo Miccoli (Bar Caffè Excelsior), che aggiunge: “l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia hanno mandato all’aria tutte le previsioni di costo della mia attività e pertanto sono stato costretto ad adeguare il listino prezzi, a partire dalla tazzina del caffè che ho portato a 1,20 €, per preservare la qualità del prodotto che per me deve essere sempre al primo posto per fidelizzare il cliente.

“D’altronde erano molti anni che il prezzo del caffè era bloccato a causa della crisi economica al punto che si era interrotta la storica correlazione fra prezzo del giornale e prezzo della tazzina di caffè, ma ora il rischio era quello di lavorare in perdita o di abbassare la qualità del prodotto”, conclude.

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