“Lo scenario attuale, che lo stesso presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha definito un “terremoto economico”, porterà ad un autunno caldo, con le imprese della provincia dell’Aquila che, come nel resto del Paese, dovranno fare i conti con bollette in alcuni casi quadruplicate. Le aziende sono già al limite”. Così il Presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, Riccardo Podda, sulla crisi legata al caro energia e sul taglio del cuneo fiscale, uno degli interventi caldeggiati con forza dal sistema confindustriale.
“In attesa di conoscere in concreto gli interventi a livello europeo e nazionale, molte imprese del nostro territorio hanno temporaneamente ridotto la produzione concentrandola in fasce orarie meno costose per abbattere i costi dei consumi”, spiega Podda, “una situazione che si somma alla crisi derivante dal Covid, al caro materie prime e alle difficoltà di reperimento delle stesse, che hanno di fatto assottigliato, se non azzerato, i margini delle aziende costrette inevitabilmente a scaricare a valle una parte dei costi di produzione”.
A questo si somma, fa notare il presidente Podda, “la difficoltà di programmare investimenti sia per mancanza di liquidità che per l’incertezza sulle prospettive future. Si naviga a vista. L’erosione della marginalità delle imprese ha generato effetti anche sulla sospensione della contrattazione aziendale di secondo livello, che rappresenta una leva essenziale per aumentare il potere di acquisto dei lavoratori, grazie ai meccanismi di decontribuzione e defiscalizzazione. Il binomio “salario – produttività” rappresenta un tema imprescindibile per Confindustria: in un momento di forte inflazione come quello che stiamo vivendo”, sottolinea Podda, “un aumento dei salari senza un corrispondente aumento della produttività causerebbe un corto circuito nel sistema imprenditoriale. Gli stipendi possono salire se aumenta la produttività delle aziende”. Il dibattito sui minimi salariali per Confindustria “non rappresenta una priorità, in quanto tutti i contratti minimi collettivi riferiti al sistema confindustriale sono ben al di sopra della soglia di 9 euro lordi l’ora che viene, di norma, indicata per il salario minimo in Italia”, sostiene Podda, “questo grazie anche ad un solido sistema di relazioni sindacali a livello nazionale che non trova, invece, riscontro in alcuni Paesi europei”. Di contro, “è urgente un intervento deciso sul taglio del cuneo fiscale: intervento strutturale e necessario per il sistema produttivo ma, soprattutto, per il reddito e le famiglie”, dice Podda, “in questo scenario già complesso non dimentichiamo che, sulla testa delle imprese, pesano la Plastic e la Sugar Tax che, dal 1° gennaio 2023, avranno un impatto devastante sulle imprese della provincia dell’Aquila e su intere filiere che caratterizzano il nostro territorio. E questo colpirà le grandi come le piccole imprese”, conclude il presidente di Confindustria, “spingendo ancora di più l’inflazione con ulteriori effetti negativi sui prezzi al consumo”.