“Quello che fino ad oggi non è mai emerso dalle bizzarre proteste inscenate da centrosinistra e sindacati sulla vicenda dei Nuclei di cure primarie è che questo teatrino sta gettando fumo negli occhi dei cittadini, perché mentre si grida allo smantellamento di servizi essenziali, in palio ci sono 40mila euro l’anno per un gruppo di medici di famiglia. Invito quindi gli aquilani a non ‘abboccare’ a questo tranello che nasconde la semplice volontà di incrementare i guadagni di professionisti già lautamente pagati”.
È l’affondo di Tiziana Del Beato, consigliere al Comune dell’Aquila e candidata alle elezioni regionali del 10 marzo, qualche giorno dopo il discusso Consiglio comunale straordinario sul tema dei Nuclei delle cure primarie, richiesto dalle opposizioni di centrosinistra e promosso dai sindacati.
Del Beato, che è biologa e tecnico ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche, interviene duramente dopo giorni di proteste che hanno portato anche all’occupazione della sede della Direzione della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila: “Parliamo di medici che non fanno altro che portare avanti una battaglia del tutto personale e mascherata da grandi e ipotetici alti ideali a tutela dei diritti costituzionali dei cittadini, dimenticando di riferire in quanto consisterebbe l’aumento dei loro compensi. Aggiungiamo, per dovere di cronaca e rispetto verso i contribuenti, che i servizi non sono sempre all’altezza visto che non tutti sono sempre così disponibili”.
E ancora, aggiunge Del Beato: “Come riferito dallo stesso manager Ferdinando Romano, la Asl aquilana tra quelle abruzzesi è quella con la più alta percentuale di copertura. Infatti, 94 sono i medici Asl dell’Aquila a servizio nei Nuclei, questo secondo i direttori di distretto, l’unica fonte legittima. Questi 94 sono pari al 45% di tutti nuclei di famiglia della Asl dell’Aquila, mentre a Pescara nei Nuclei cure primarie i medici sono il 30%, a Teramo il 29%, a Chieti il 17%. La percentuale di medici nei Nuclei di cure primarie è superiore all’Aquila, Pescara dovrebbe inserire altri 38 medici per raggiungere il 45% dell’Aquila”.
“Davanti a questi numeri dovrebbe risultare ancora più evidente la strumentalizzazione politica di chi, da sinistra, protesta per il proprio tornaconto personale approfittando, a meno di due settimane dal voto delle regionali, della ghiotta occasione di una campagna elettorale agli sgoccioli. Significativo poi che tra i principali agitatori compaia un irreprensibile Stefano Albano, capogruppo Pd, figlio di uno storico medico di famiglia che in questi giorni non si è risparmiato nella spasmodica difesa degli interessi di un gruppo di eletti”, chiosa Del Beato.