C’era una volta un piatto bianco da riempire di colori, un ingrediente da soddisfare ed una vita intera da ricreare. Le sfide gourmet, questa volta, parlano di Marsica e d’Abruzzo. È già approdata in Toscana con quel suo tipico accento culinario ‘forte e gentile’, che tanto Primo Levi, quanto Gabriele D’Annunzio, avevano, a loro tempo, riscontrato e riconosciuto nel modo di fare abruzzese. Lucia Tellone, chef da una vita, ancorché giovanissima, è partita, una settimana fa circa, alla volta della regione toscana, proprio con l’intento di respirare, a pieni polmoni, un contratto da executive chef presso ‘Villa La Bianca Relais De Charme’, un’oasi verde incastonata nel mezzo di Camaiore, in Provincia di Lucca, a circa 10 chilometri dalla Versilia, nota località turistica a quattro passi da Firenze. Questa giovane cuoca contemporanea, quindi, ha scacciato via le ombre della crisi generazionale con la luce di un sorriso, puntando i piedi sul piedistallo di un sogno ora non sembra più così tanto lontano.
La piccola protagonista de ‘Il Giardino segreto’ di Frances Hodgson Burnett vinceva sempre le sue sfide ingaggiate con la vita, proprio perché, dietro al cancello da aprire, avrebbe sempre trovato ciò che desiderava, grazie alla profonda fatica ed al profondo sacrificio maturati per scovare la giusta chiave per spalancare quell’angolo verde di mondo. Ecco, la storia di Lucia Tellone, dalla forchetta affilata e dal palato altrettanto affinato, assomiglia un po’ a quella della letteraria Mary Lennox. Lei, di fatti, mai avrebbe pensato di raggiungere determinate mete grazie solo al succo del suo talento personale e mai avrebbe pensato di riuscire a toccare vette prestigiose unicamente attraverso il sapore di un piatto da lei creato.
Eppure, dal 19 settembre scorso, Lucia, di appena 32 anni, sta vestendo il grembiule da executive chef, ossia della figura cardine di una cucina, responsabile di tutto quel che avviene fra i fornelli di un ristorante, presso uno dei Bad and Breakfast più rinomati della Regione familiare a Dante, Petrarca e Bocciaccio. «Si tratta di un nuovo e grande impegno – dice – che ho deciso di assumere con responsabilità, serenità e tanto, tanto orgoglio. Sarò – continua Lucia – lo chef executive di questa splendida struttura sita a Camaiore. Qui, io ripartirò da zero, munita solo e solamente del mio sapere e del mio sapore: la sfida è quella di camminare e di crescere, negli anni, assieme alla struttura che si sta pian piano delineando. Il mio faro guida sarà sempre l’umiltà, in accompagno, ovviamente, a tantissima concentrazione». Lucia Tellone, però, anche se guarda la terra posta sotto ai suoi due piedi, preme le pupille contro la superficie del cielo stellato. «Ambisco – afferma – alla stella michelin: so che sembrerà un sogno, ma i sogni, io lo dico sempre, sono fatti per essere sfidati, catturati e resi immediatamente palpabili. Una Regione Toscana dal gran cuore, ospiterà una cuoca abruzzese fiera ed orgogliosa delle sue origini; quelle stesse origini che io cercherò, in ogni modo, di portare sempre con me».
Ed in effetti, il menu ideato dalla giovane cuoca originaria di Villa San Sebastiano, frazione di Tagliacozzo, non lascia scampo a pregiudizi: parla della sua Regione, del suo territorio, ma racconta anche di lei e della sua maturazione personale. Fra gli antipasti, spiccano le capesante arrostite con mele invernali, noci ed erba cedrina, mentre, fra i primi, non poteva mancare la pasta Cacio e Pepe, un classico della tradizione capitolina. Sui secondi, invece, si punta in alto con l’agnello dell’Appennino, glassato con miele e lavanda ed i gamberi inebriati dall’olio alla vaniglia. Lucia, poi, sui dolci, ha deciso di apprezzare i rischi ed i sapori decisi: ogni piatto è stato ricamato a dovere, senza scivolate od improvvisazioni. «Credo che, – ammette – anche se sono di parte perché l’ho composta io, la mia millefoglie di caprino, miele e liquirizia farà girar la testa a molti palati toscani e non. Sfortunatamente, – aggiunge – l’Abruzzo non gode di una buona nomina all’Estero e all’esterno dei suoi recinti geografici. Eppure, si tratta di una terra saporita, piena di eccellenze culinarie: dallo zafferano di Navelli al peperone dolce di Altino – afferma – ogni territorio, in Abruzzo, si dà da fare a livello di agricoltura e di coltivazioni rispettose della terra. Dovremmo, noi abruzzesi, forse, credere un più a fondo in ciò che abbiamo, investendo nelle nostre specialità territoriali». Uno degli ultimi appuntamenti che l’ha vista protagonista, assieme allo chef più temuto di Masterchef, è stato quello che si è svolto il 17 settembre scorso, ad Abbiategrasso. Presso l’ex convento dell’Annunciata, infatti, la beneficenza, a favore delle vittime colpite dal triste sisma del 24 agosto scorso, è andata in onda a suon di forchette e coltelli. La cucina di Lucia, quindi, assieme ai volontari della Croce Rossa Italiana, ha sfamato la fame di vicinanza dei pensieri in Italia.
Dall’epopea milanese, quindi, ad oggi – oggi che Lucia firma un contratto da executive chef in Toscana, poiché riconosciuta capace grazie alle sue doti innate ed ai suoi assi nella manica della divisa – la cuoca d’Abruzzo non ha mai mollato la presa sul suo sogno, rappresentato dalla voglia di far divenire leggenda ogni suo piatto ed ogni suo accostamento, proprio perché preparati tutti con amore, estro e pazienza infinita nell’attesa del profumo giusto. Anni fa, Lucia Tellone studiava Lettere e Filosofia a Roma. Poi, come disse a suo tempo il vocabolario del grande innovatore Steve Jobs, anche lei ha avuto fame di crescita. Dopo l’esperienza norvegese presso il Maeemo di Oslo, al fianco dello chef Esben Holmboe Bang, Lucia è passata a Stoccolma, in Svezia, fino a presenziare, nell’anno 2016, alle lezioni organizzate nella scuola di alta cucina di Cracco, assieme ad altri 11 giovani talenti espressi della cucina italiana odierna, individuati, allora, personalmente dallo chef di Creazzo in persona. Oggi, insomma, una chef proveniente da uno dei paesi più caratteristici, storici ma anche ‘brevi’ anagraficamente della costola marsicana della Regione (di appena 324 abitanti) sta dipingendo di grandezza ed efficacia il nome dell’Abruzzo altrove, cucendogli addosso l’appellativo di ‘self-made-woman’, ossia di una Regione che, grazie alle gambe delle sue protagoniste intelligenti (per altro anch’esse donne) riesce a farsi da sé.