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“Da Biondi nervoso attacco personale”

Pezzopane (Pd): "Orgogliosa di aver presieduto il Tsa”

L'Aquila, sede di Fratelli d'Italia in centro storico

“La risposta aggressiva e piccata del Sindaco dell’Aquila alle mie dichiarazioni sui problemi della cultura, testimonia un suo grande nervosismo oltre alla consueta “indole”.

E’un tristissimo attacco alla mia persona piuttosto che un intervento sulle questioni aperte in città su Il Centro da Colapietra e Muzi sugli spazi e la politica culturale, e da me argomentato con fatti e vicende; un attacco per di più fatto alla vigilia dell’inaugurazione del MAXXI L’AQUILA, quando gli occhi dell’Italia erano puntati su di noi, e dove non ha mancato di mettere in mostra il suo super ego per cose che al suo arrivo erano già ideate, impostate e finanziate dallo Stato.

Il Sindaco ha prima provato ad azzittire i suoi presunti “nemici intellettuali”, e ora non trova di meglio che riscalzare verso me una trita e ritrita vicenda del 2006, nel tentativo mal riuscito di gettare discredito, il suo gesto invece ha prodotto una catena di solidarietà di tante persone, anche di destra, che mi hanno manifestato distanza da linguaggio e metodi.

E’ davvero a corto di argomenti se è costretto ad intrufolarsi nella macchina del tempo, falsando tutta la vicenda ad uso e consumo suo e di Fratelli d’Italia.

Sono pertanto costretta a riportare a verità la questione sulla indennità di presedente del Tsa. In questa sua smaniosa furia distruttiva, Il sindaco Biondi mette in mezzo ad una polemica assurda un galantuomo della destra abruzzese non più in vita come il caro Giovannino Pace che, sono certa, non avrebbe gradito essere inserito in un articolo fazioso e su una card mal riuscita di Fratelli d’Italia.

Precisiamo: i Presidenti ed i vicepresidenti del Tsa hanno percepito indennità di funzione fino al Decreto Tremonti (Dl 78 del 31 maggio 2010) che le abolì. Le hanno prese i presidenti Proietti e Trimarchi ed i vicepresidenti Tancredi ed Ettorre entrambi nominati dal Sindaco Tempesta, anche lui galantuomo della destra aquilana che mai si sarebbe sognato di fare una così squallida polemica. Il Presidente della Regione Pace si autonomino’ Presidente del Tsa, ovvero di un ente di emanazione regionale di cui la Regione è socio fondatore e sarebbe stato in assoluta contraddizione il percepimento della indennità: dovette poi dimettersi dalla carica per ricandidarsi a Presidente della Regione perché́ lo statuto della stessa rendeva incompatibile la candidatura di persone che ricoprissero ruoli in enti regionali.

Fu allora nominata dal Presidente Pace la Dirigente di staff Carla Mannetti che era dipendente della regione con incarico dirigenziale assegnato con mandato fiduciario dallo stesso Presidente; la sconfitta del Presidente Pace portò Mannetti a dimettersi dopo pochi mesi.

I fatti sono questi: esponenti della destra di quegli anni hanno preso anche loro indennità, e non specifico le cifre ne’ lorde ne’ nette, perché questo non è il modo di fare politica e perché entrambi hanno assolto con onore e responsabilità ai loro ruoli. Come ben si comprende, il caso del Presidente Pace e di Mannetti, l’uno Presidente e l’altra dirigente di staff della regione, erano ben diversi da chi rivestiva altri ruoli provinciali e comunali. Insomma chiamare in causa il Presidente emerito della regione, deceduto, per una rovinosa polemica politica è davvero di pessimo gusto ed un sindaco della città dell’Aquila non si dovrebbe mai abbassare a tale livello. Mi scuso di aver citato il Presidente Pace, di cui coltivo il sorriso e la gentilezza, il Sindaco Tempesta, con cui non sono mancati gli scontri ma mai e poi mai sarebbe ricorso a tali bassezze e falsità, ed altri, ma sono stata costretta a farlo. Nel mio intervento avevo posto una serie di questioni a cui il Sindaco non ha dato risposta, preferendo buttarla in caciara, tra cui il problema delle scarse risorse per la cultura nel bilancio del Comune e delle briciole di contributi ordinari del Comune e della Regione per le istituzioni culturali.

E la non risposta conferma quanto da me sostenuto: conosco bene le cifre con tanti zeri perché sono i fondi dei trasferimenti del Governo grazie a Restart, geniale idea del centrosinistra, derivante dal 4%, proposta da me e lavorata in Parlamento con la sottosegretaria De Micheli. Ma poco o nulla continua ad esserci sui fondi ordinari di Comune e Regione che danno solidità e sicurezza alle istituzioni.

Da assessore comunale, nella Giunta Cialente, non avevamo un euro per la cultura: ne’ dal Governo ne’ dalla Regione eppure con enormi sacrifici reinserii i contributi ordinari nel bilancio comunale e, con Antonio Massena e le istituzioni culturali, dal nulla facemmo nascere e creammo “I cantieri dell’immaginario”.

Avevo poi posto il problema del teatro comunale, del ridotto e degli altri spazi culturali di diretta responsabilità̀ comunale, ma anche qui nessuna risposta. Biondi sposta la discussione sulle chiese.

Ma anche su questo prende un’altra sonora cantonata: sia l’arcivescovo Molinari che Monsignor Petrocchi e tanti parroci conoscono bene il mio impegno presso il ministero per semplificare ed accelerare, ci sono atti, interrogazioni parlamentari incontri con ministri e sottosegretari.

Ma precisiamo: la scelta che la ricostruzione delle chiese dovesse seguire la procedura pubblica stava già scritta nel del 39/2009 poi convertito con legge 77/2009. I sottosegretari Legnini prima e De Micheli poi con la 125/2015 precisarono meglio quanto già scritto da Berlusconi, Meloni e co. definendone il come e il chi dovesse fare.

Successivamente abbiamo provato a cambiare le norme e nel decreto semplificazione sia il primo che questo bis in fase di approvazione, ci sono ulteriori novità.

Tuttavia ribadisco che quella di Biondi è la solita scusa per giustificare la sua inerzia poiché con le stesse norme, diverse opere pubbliche sono andate avanti (cito solo i lavori del consiglio regionale) mentre i milioni di euro affidati al comune per le opere pubbliche sono fermi.

Il problema non sono le norme ma il manico. “ Così Stefania Pezzopane risponde al Sindaco Pierluigi Biondi che l’aveva chiamata in causa sulla Presidenza del Tsadi oltre 15 anni fa.

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