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Da L’Aquila abbraccio solidale alle sorelle turche

"Chiediamo alle Istituzioni europee e nazionale di contrastare tale decisione con tutti gli strumenti e i mezzi a disposizione"

Anche L’Aquila scende in piazza e manifesta la propria solidarietà alle proteste delle donne turche e di tutte le soggettività lgbtqia+ sotto attacco dopo la vergognosa decisione di Erdogan di ritirare la Turchia dalla Convenzione di Istanbul.

È quanto si legge in una nota degli organizzatori della manifestazione che si è svolta nel capoluogo abruzzese.

“Viene in tal modo negato ancora una volta alle donne un vero e proprio supporto per la lotta contro la violenza di genere. Non possiamo accettarlo”, aggiungono.

“Sabato 27 marzo dalle ore 17 sul piazzale antistante l’auditorium di Renzo Piano, nel parco del Castello, abbiamo organizzato un presidio con la nostra rabbia e la nostra determinazione per chiedere a gran voce che non si legittimizzi la violenza del governo turco, che non si chiudano gli occhi davanti alle centinaia di donne uccise per mano di uomini violenti, che non si radicalizzino idee omofobe e di gender inequality, che si prendano posizioni nette contro ogni schifoso retaggio culturale che si fonda sulla discriminazione e l’oppressione. Oggi in ogni Paese del mondo è necessario lottare per il contrasto alla violenza di genere. Non un passo indietro. La lotta è iniziata e non può fermarsi. Erdogan, l’assassino sei tu!”, concludono.

Alla manifestazione ha partecipato anche la deputata Pd Stefania Pezzopane che ha spiegato: “La decisione della Turchia di ritirare la propria adesione alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne è molto grave per due ragioni: da un lato, ovviamente, poiché testimonia l’arretramento di questo Paese nel percorso di protezione delle donne dalla violenza e di fuoriuscita da un approccio culturale patriarcale nel rapporto di genere; dall’altro, perché questa decisione sbagliata e antistorica si inserisce in una più complessiva deriva repressiva in cui la Turchia sembra precipitare via via ogni giorno di più, con arresti indiscriminati di oppositori politici e giornalisti indipendenti. Il governo italiano e l’Unione Europea devono far sentire forte la loro voce di dissenso”.

Donne Cgil e Spi, condanniamo uscita Convenzione Istanbul

“Condanniamo duramente la decisione della Turchia di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul, trattato firmato appena dieci anni fa che vincola i governi ad adottare una legislazione che persegua la violenza domestica e gli abusi, nonché lo stupro coniugale e le mutilazioni genitali femminili”.

Lo affermano, in una nota congiunta, le donne della Cgil insieme alle donne dello Spi Cgil.

“L’aggressione ai diritti e alle libertà delle donne – proseguono Cgil e Spi – è sempre sintomatica della compressione delle regole democratiche in atto in un Paese. Compressione che in Turchia è in corso da tempo anche nei confronti delle organizzazioni sindacali impegnate per i diritti dei lavoratori”.

Per le donne della Cgil e dello Spi “la motivazione addotta da Ankara per la sua grave decisione e cioè che contrastare la violenza sulle donne anche tra le mura domestiche incoraggi i divorzi e mini l’unità familiare è a fondamento di quella logica patriarcale che vuole la donna subordinata al potere del pater familias promossa da ambienti ultraconservatori e ortodossi non solo in Turchia, ma anche in altri paesi europei, finanche in Italia”.

“Chiediamo alle Istituzioni europee e nazionale di condannare, senza mezze misure, la decisione del governo turco. Una decisione che va contrastata con tutti gli strumenti e i mezzi a disposizione per lanciare anche un segnale inequivocabile in difesa delle libertà e dei diritti delle donne conquistati con fatica, che sono poi conquiste per tutte le cittadine e i cittadini”, concludono Cgil e Spi.

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