Con il nuovo decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, una grossa parte d’Italia può tornare a respirare. 11 le Regioni che si apprestano a passare in zona gialla, tra queste anche l’Abruzzo. Si tratta di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto, oltre alle Province autonome di Trento e di Bolzano. Secondo quanto trapelato, dovrebbero rimanere in arancione Molise, Calabria e Sicilia, mentre si profila un’altra settimana in rosso per Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta.
Non tutto l’Abruzzo potrebbe tingersi di giallo. A margine della Cabina di regia di domani, la Regione valuterà l’andamento dei contagi – oltre alla pressione ospedaliera – dei comuni ancora in zona rossa. Nella Marsica si attende il verdetto dal Cts regionale per Avezzano, Celano, Carsoli, Sante Marie, Magliano de’ Marsi, Civitella Roveto, Morino, San Vincenzo Valle Roveto, Luco dei Marsi e Collarmele.
Dal 26 aprile, data designata dal governo per le prime riaperture, si tornerà a scuola in presenza fino alla fine dell’anno (didattica in presenze dal 50% al 75% nelle aree arancioni e rosse), e riapriranno bar e ristoranti ma soltanto all’aperto (nelle zone gialle). Riaprono al pubblico, sempre in zona gialla, cinema e teatri. Sì alle piscine all’aperto il 15 maggio. L’1 giugno toccherà a palestre, manifestazioni ed eventi sportivi di livello agonistico oltre ai ristoranti al chiuso. Gli ultimi a riaprire, dall’1 luglio, saranno convegni e congressi.
La maggioranza è spaccata sul coprifuoco. Il decreto prevede la conferma dell’orario attuale almeno fino al 1 giugno. Nel mese di maggio – in base all’andamento dei dati epidemiologici – il governo potrebbe decidere per un allentamento (si parla delle ore 23). Sul coprifuoco alle 22 è contraria la Lega: il Carroccio si asterrà dal voto sul decreto. “Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni” ha dichiarato il leader Matteo Salvini. Dura replica di Pd e M5S: “Oggi è stata messa in discussione l’unità delle nostre decisioni”, tuonano i pentastelalti. “Ravvisiamo nell’atteggiamento della Lega la conseguenza di una contraddizione che è quella di un continuo susseguirsi di ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso”, rincarano i dem.