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Dal sisma alla ‘prova incendio’: test sulla risposta alla prevenzione all’Ospedale Civile di Avezzano per ‘Exercise 2019’

Alle ore 10 e 52 della giornata di ieri, dedicata al ricordo del terremoto di 104 anni fa e alla cultura della prevenzione attuale, quando è scattata la simulazione antisismica, all’ospedale di Avezzano, c’erano 355 persone, di cui 199 ricoverati, 68 accompagnatori (familiari) e 78 operatori sanitari.

Allo scoccare dell’esercitazione ‘Exercise 2019’ che va in scena nel mulinare dei fiocchi di neve, tutti i reparti sono allertati e rispondono all’emergenza.

Ecco la cronaca: 

Evacuazione in pediatria.

La scossa sismica, nella finzione della simulazione, ha causato un incendio in una della sale di degenza di pediatria: interviene la squadra interna della Asl per domare il fuoco con estintori. Il medico di turno, dr. Francesco Maccallini, chiama il centralino dell’ospedale per comunicare la situazione: presenti 8 degenti, 7 familiari e 4 operatori in servizio.  A seguito dell’incendio vengono evacuati 5 piccoli pazienti mentre corsia e corridoio pullulano di persone da  cui si leva un vociare diffuso e  si registra una certa concitazione.

Altri reparti. L’allarme scatta in contemporanea in tutti gli altri reparti dell’ospedale in cui, coordinata dall’operatore sanitario più anziano, la gestione dell’emergenza prevede di indossare i gilet gialli, passare subito in ricognizione le sale di degenza e comunicare la situazione, cioè numero di presenti e feriti.

Radioline. In ospedale le squadre operative interne Asl hanno le ricetrasmittenti, da utilizzare nell’eventualità che il sisma possa far saltare le linee telefoniche.

In azione l’Unità di crisi Asl.  Alle 11.06, dopo 13 minuti dall’allarme sismico, l’unità di crisi dell’azienda sanitaria fissa una riunione operativa urgente all’interno della portineria dell’ospedale, quella  dove si trovano le sbarre che regolano l’accesso all’interno dell’area ospedaliera.

L’Unità di crisi della Asl è composta dalla direzione sanitaria dell’ospedale, da componenti del vertici dell’azienda (direzione generale, amministrativa e sanitaria), dal pronto soccorso, dal servizio prevenzione e protezione e dall’ufficio tecnico. La riunione d’emergenza dell’Unità, all’interno della portineria, viene coordinata dalla dottoressa Italia Galassi, affiancata dall’ingegner Serena Parlante, del servizio prevenzione e protezione aziendale insieme ad altri operatori della squadra operativa.

Durante la riunione d’emergenza, in cui si fa il punto della situazione sullo stato strutturale dell’ospedale e gli eventuali danni, al centralino affluiscono freneticamente notizie dei reparti.

Filo diretto col Coc.

La dottoressa Galassi chiama il centro operativo comunale e  comunica i fatti salienti: ci sono 355 persone, di cui 199 ricoverati, alcuni feriti in chirurgia (ovviamente a titolo di simulazione)

Stop attività ordinarie, via al Piano per afflusso feriti.

L’Unità di crisi Asl avverte che è stata sospesa l’intera attività ordinaria dell’ospedale per concentrare tutti gli sforzi sull’emergenza. Viene fatto presente un fatto importante: l’attivazione del Peimaf, piano di emergenza interno per massiccio afflusso di feriti.

Fine esercitazione.

La prova in ospedale nel complesso è andata bene anche se, in un rapporto ai vertici aziendali, verranno messi in evidenza alcuni passaggi da migliorare.

Fonte: Asl 1

Foto di: Asl 1, Ufficio Stampa 

 

 

 

 

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