COMUNICATO STAMPA
“La cassa integrazione in Sangritana, da ciò che ricordo, non è mai avvenuta ed è il risultato di una totale sciatteria della Regione e di Tua, è il frutto di uno stallo gestionale e di programmazione. La situazione di Stellantis c’entra, ovviamente, ma era ampliamente prevedibile, almeno il rischio, che si è aspettato si consumasse. Perché? Per giustificare la svendita di Sangritana.
Perché in questi anni, con il know how di Sangritana, sul trasporto merci non si è lavorato per proporsi anche in altri mercati? Chi impedisce a Sangritana di avere altri clienti oltre a Stellantis? Perché non c’è un piano industriale?
Ora si cerca un partner industriale. Ma un partnership non comporta necessariamente l’ingresso di soci, si può realizzare con una collaborazione, con una joint venture, con un consorzio o associazione tra imprese, addirittura dando vita ad una nuova società partecipata da Sangritana e da possibili altri partner, ma con Sangritana che rimane saldamente pubblica e abruzzese.
I partners industriali vogliono mettere solo le mani nel trasporto merci di Sangritana, cioè di Stellantis. Oggi nessun altro operatore potrebbe entrare in quanto il binario è regionale, non dello Stato, per cui i concorrenti non possono entrare, a meno che si decida di farlo vendendo le così dette “relazioni”, ciò facendosi pagare per entrare, ma sarebbe la fine di Sangritana. Per questo non abbiamo mai consentito a Trenitalia di acquisire il nostro binario regionale.
Se c’è interesse su Sangritana si dia vita ad accordi, consorzi, o altro tra imprese, ma si salvaguardi la storia ed il futuro di Sangritana che colpevolmente è rimasta immobile non proponendosi su altri mercati, fino ad arrivare alla cassa integrazione che ora serve solo per giustificare la resa alla svendita delle quote di Sangritana, senza alcuna garanzia per i lavoratori.
Il fatto che per la prima volta nella sua storia Sangritana non abbia una guida di un rappresentante locale, ma sia di fatto diventata una succursale di Tua, che se ne vuole liberare, è la prova di ciò che c’è sotto. L’attuale amministratore Di Pasquale è già direttore generale di Tua, non esattamente uno che potrà e vorrà occuparsene e difendere Sangritana. Anche per questo hanno fatto fuori l’ultimo presidente del territorio.
Strano che la destra locale che chiedeva consigli comunali straordinari a Lanciano oggi taccia di fronte alla guida di Sangritana, per la prima volta non di un rappresentante del territorio, e soprattutto rimane muta rispetto alla sua svendita.
Quando concepimmo la nuova fase della Sangritana affidammo non solo il trasporto merci a Sangritana, ma anche tutti i servizi commerciali su gomma, anche ai fini turistici, con l’obbiettivo di realizzare il vettore della mobilità integrata bici-ferro-gomma e candidare Sangritana alla gestione ed alla valorizzazione anche della pista ciclopedonale della Via Vede della Costa dei Trabocchi, con un nuovo treno della Valle capace di unire mare e montagna, attraverso la Val di Sangro, per turisti e cittadini che avrebbero avuto una esperienza unica in Italia mare-monti, dalla pista ciclopedonale, agli impianti di risalita del bacino Castel di Sangro-Passolanciano, riconnettendosi con la transiberiana d’Abruzzo. Aveva anche un nome questo progetto, la Ferrovia dei due Mari, perché a Castel di Sangro ci si riconnette con il binario dei RFI verso Napoli.
Ora la Ferrovia dei due Mari la stanno facendo, con lo stesso nome, nelle Marche.
L’ultimo finanziamento per questo progetto risale al Governo Gentiloni, dopodiché il nulla assoluto ”
Così in una nota l’ex sottosegretario ai trasporti della Regione Abruzzo Camillo D’Alessandro, presidente regionale di Italia Viva Abruzzo.