L’appuntamento organizzato ieri a Bussi dal gruppo consiliare del Pd in Regione è servito a tutti per capire
qual è il percorso da fare e quali sono gli strumenti da mettere in campo.
Attualmente quel sito gode di una consapevolezza nazionale che però non è eterna. Oltre al
disinquinamento dell’area c’è bisogno di lavorare – superando le balbuzie che il diritto talvolta provoca – su
un Contratto di programma. La prima mossa spetta all’alleanza tra Comune, Provincia e Regione, che
devono fare la fotografia sul motivo per cui con gli strumenti ordinari non si riesce a far ripartire l’area.
Quello di Bussi è il sito più inquinato l’Europa, ed è questo l’asse portante su cui imperniare la necessità di
risorse finanziarie e normative aggiuntive per attrarre investimenti.
Dobbiamo evitare che, una volta completato il risanamento del sito, non ci sia vita. Occorre fare subito
un documento che animi un vero e proprio Contratto di programma, scritto da economisti territoriali, magari
provenienti dalle nostre università. C’è bisogno di un rilancio economico basato su convenienze fiscali e
amministrative. Serve una chiara impostazione programmatica per questi 230.000 metri quadrati di terreni
che hanno valore e possono crearne ulteriormente, perché a Bussi ci sono acqua, strade, autostrada, ferrovia e vicinanza a ogni dove, a condizione che ci sia un coordinamento che curi la collocazione di questo grande
spazio pieno di comodità e insediamento e nascita produttiva.
Farò la mia parte nella commissione parlamentare di cui sono vicepresidente, ma la Regione deve
muoversi, come è accaduto a Genova con l’area che sta sotto al ponte Morandi, dove hanno ottenuto anche
una Zona Logistica Semplificata nella quale l’Agenzia delle dogane e i Monopoli danno preautorizzazioni
che velocizzano enormemente i procedimenti burocratici.
Per Bussi dobbiamo comporre tutti gli strumenti normativi a disposizione: pensiamo alle Zone
economiche differenziate, penso al Contratto di programma e di Sviluppo previsto dal DL 112/2008, che
riassume tutti gli investimenti dei soggetti a rilievo istituzionale competenti sul territorio, valutiamo di porre
sul tavolo un menù di convenienze per caratterizzare l’attrattività dei terreni recuperati, sapendo che si tratta
di competere anche con altre regioni d’Europa per avere investimenti fruttuosi sul piano dell’occupazione e
della sostenibilità.
Dobbiamo invitare il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a Bussi per fargli vedere le
potenzialità di questi luoghi e convincerlo ad aiutarci a percorrere questo ultimo miglio. Ci sono anche
persone di straordinario rilievo che vogliono bene a Bussi: in primis Giovanni Damiani, uno dei massimi
esperti in materia di ambiente, oggi capiente di tempo libero e di saggezza; Franco Gerardini, già
vicepresidente della commissione di inchiesta; il costituzionalista Enzo Di Salvatore, che insegna alle nuove
generazioni come mantenere sano ciò che Dio ci ha dato in prestito e, non per ultimo, le autorevoli
espressioni della magistratura territoriale che con coraggio e autorevolezza si sono dedicate senza risparmio di applicazione su questi argomenti. Chiediamo loro di aiutare la configurazione dei contenuti occorrenti per questo territorio affinché possa rinascere in fretta, perché tutto va fatto prima che si indebolisca o che addirittura sparisca la consapevolezza nazionale sul tema.
On. Luciano D’Alfonso
Comunicato stampa