La sanità è un paziente in terapia intensiva: critica, instabile e bisognosa di cure serie. Peccato che si continui con pericolose soluzioni tampone.
L’Assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, propone ora l’assistente infermiere sul territorio per sopperire alla carenza di oltre 10mila professionisti, ma la realtà è ben diversa: oltre 3mila infermieri hanno lasciato la sanità pubblica nei primi nove mesi del 2024.
De Palma: «L’assistente infermiere? Una falsa soluzione»
Antonio De Palma, Presidente del Sindacato Nursing Up, non usa mezzi termini: «Davvero pensiamo che questa figura risolva la crisi? Se mancano gli infermieri, chi dovrebbero assistere questi nuovi arrivati? Gli spettri nelle infermerie vuote?»
Mentre Bertolaso parla di soli 2mila infermieri mancanti, i dati reali mostrano un deficit di 10mila unità in Lombardia, su un fabbisogno nazionale di 175mila. Intanto, le iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica calano del 20%, perché il contesto è sempre più scoraggiante.
«Non servono illusioni, servono investimenti»
«L’assistente infermiere non è un rinforzo, è un’illusione», incalza De Palma. «Pochi mesi di formazione non bastano a garantire assistenza di qualità. Il rischio? Abbassare gli standard e mettere a rischio i cittadini.»
Scorciatoie già viste, risultati disastrosi
Non è la prima volta che si cercano soluzioni improvvisate. De Palma ricorda il reclutamento di infermieri dall’estero, con esiti fallimentari. «Ora si prova con l’assistente infermiere, ma cambiare nome ai problemi non li risolve.»
Rischio punto di non ritorno
«La sanità lombarda ha bisogno di infermieri qualificati, non di figure surrogate. Servono stipendi adeguati, condizioni di lavoro dignitose e formazione continua. Altrimenti, il sistema collasserà alla prima emergenza.»
Comunicato stampa