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Decreto Rilancio, la Cgil: «Cinque settimane di CIGD non sufficienti»

Lo scrive in una nota la Filcams Cgil della provincia dell’Aquila, con riferimento al settore del commercio e del turismo: «Nei mesi di luglio e agosto le lavoratrici e i lavoratori di questo settore rischiano di trovarsi senza ammortizzatori e senza alcuna copertura economica».

Decreto Rilancio, la Cgil: «Cinque settimane di CIGD non sufficienti»

La Filcams Cgil della provincia dell’Aquila si pone a tutela delle piccole e micro imprese e pone il focus sul Decreto Rilancio, ritenendo necessario, in questo frangente, uno straordinario sforzo di tempestività ,per la tenuta dei livelli salariali e occupazionali. Sottolinea inoltre quanto sia indispensabile lavorare, da subito, su due fronti per fronteggiare le difficoltà economiche del settore provocate dal Covid-19.

Di seguito la nota completa.

“Il Decreto Rilancio ha messo in campo delle risorse economiche straordinarie per far fronte alla grave crisi economica e finanziaria provocata dal Covid19.

Sono state impegnati ingenti fondi per il rilancio delle imprese, prevedendo uno stanziamento sotto forma di sovvenzioni anche per coprire fino all’80% del costo del lavoro e dei contributi.

Decreto Rilancio, la Cgil: «Cinque settimane di CIGD non sufficienti»Questo provvedimento (Art.60 Decreto “Rilancio”) però, prevede che le Regioni e delle Provincie Autonome adottino delle misure per la concessione di tali fondi. È necessario in questo frangente uno straordinario sforzo di tempestività che può risultare esiziale per la tenuta dei livelli salariali e occupazionali.

Il decreto ha previsto inoltre ulteriori 5 settimane di ammortizzatori, da utilizzarsi fino al 31 di agosto, per le imprese che esauriscano le nove settimane inizialmente previste e un periodo di altre 4 settimane da usufruire tra il 1 settembre e il 31 ottobre di quest’anno.

Oggi, però, i piccoli esercizi commerciali che hanno dovuto interrompere l’attività dal 9 di marzo (bar, ristoranti, piccoli esercizi commerciali, artigiani) e che possono accedere solamente agli ammortizzatori in deroga, hanno di fatto già esaurito o stanno per esaurire le settimane (9+5) concesse o le esauriranno entro il mese di giugno.

Nei mesi di luglio e agosto, in particolare, le lavoratrici e i lavoratori di questo settore rischiano di trovarsi senza ammortizzatori e senza alcuna copertura economica, aggravando la crisi di liquidità già in essere e mettendo alla fame migliaia di famiglie nella sola Provincia dell’Aquila.

Alcune aziende sono ancora totalmente ferme (per la ristorazione collettiva ad esempio) e altre hanno avuto un crollo del fatturato. Timidi segnali di ripresa ci sono, giorno dopo giorno, ma la ripartenza è a marce ridotte: tanto è stata brusca la sospensione, quanto graduale è (e sarà) la ripresa. La riduzione del denaro circolante nelle famiglie causata dalla riduzione dei salari per le lavoratrici e i lavoratori che sono in regime di ammortizzatori sociali e soprattutto dal ritardo nel versamento degli stesso, va di pari passo con la riduzione i consumi.

La Filcams Cgil della Provincia dell’Aquila ritiene indispensabile lavorare da subito su due fronti.

Se da una parte la Regione Abruzzo deve tempestivamente adottare dei provvedimenti a tutela del lavoro, così come previsto dal Decreto “Rilancio”, per evitare che da agosto si dia il via libera ai licenziamenti, dall’altra è indispensabile aumentare da subito le 5 settimane di ammortizzatore sociale previste fino alla fine di agosto, in modo da non lasciare scoperte le aziende che non possono accedere agli ammortizzatori ordinari.

Ora il gioco sta tutto nella reattività del Governo e delle Regioni. Si evitino le pastoie che hanno contraddistinto finora la prima fase di questa emergenza economica. Si dia il via nell’immediato ai provvedimenti necessari, garantendo il lavoro e i livelli salariali, evitando così gravissime ripercussioni sul tessuto economico e sociale già gravemente danneggiato dalla crisi”.

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