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Di Micco e Carlini, i due volti di una stessa medaglia, chiamata ‘GAL’

Ad Avezzano, non si attende più solo l’ultima parola del Consiglio di Stato, che dovrà pronunciarsi il 9 novembre sulla questione ‘anatra zoppa’ in Comune. C’è anche un’altra vicenda che in parallelo, resta in una sorta di limbo, in attesa che il Collegio arbitrale si esprima, previo affidamento dell’incarico. È quella del GAL Terre Aquilane, che nei mesi scorsi ha fatto parlare di sé per i molteplici ‘tira e molla’ dei componenti del consiglio di amministrazione su chi avesse diritto o meno di avere la maggioranza in assemblea. E a dirimere la questione dovrebbero arrivare tre avvocati di Roma, due uomini e una donna, nominati dal Tribunale di Cosenza, come arbitri del Collegio arbitrale che, a seguito della procedura di incarico, avranno il compito di esaminare e decidere in merito al ricorso in atto.

Allo stato dei fatti, quindi, qualora non ci siano ulteriori colpi di scena, si procederà all’incarico agli arbitri e si dovrà attendere la decisione di questo organismo neutrale che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, anche in virtù dell’avvio degli importanti progetti per lo sviluppo locale del territorio. Ci sono in ballo, infatti, 3milioni 600mila euro di finanziamenti europei che la Regione Abruzzo sta trattenendo temporaneamente, vista la situazione attuale dell’agenzia territoriale GAL Terre Aquilane.

«Nel frattempo», spiega Rocco Di Micco, raggiunto al telefono, «aspettiamo l’ok dalla Regione per la firma della convenzione e continuiamo a lavorare sentendoci pienamente legittimati nel farlo. Indipendentemente da chi presiederà il consiglio di amministrazione del GAL e dalla maggioranza, i progetti che hanno vinto ci sono, la struttura tecnica è la stessa, quindi non vi è alcuna ragione per tardare ulteriormente la firma della convenzione. Nei giorni scorsi ho convocato l’assemblea, alla quale hanno preso parte quasi tuti i soci, proprio perché credo che in questo momento, sia fondamentale ripristinare una condizione di serenità nell’interesse del territorio e in vista di trattative extragiudiziali che possano segnare una nuova pagina per lo sviluppo della nostra terra, attraverso le sue infinite potenzialità».

L’apparente armistizio trova d’accordo l’avvocato Antonio Carlini, che, però, specifica: «ho sentito il Cda che rappresento ed esprimiamo la massima disponibilità ad una soluzione politica. Tuttavia, dobbiamo rimarcare che è fondamentale ripristinare la legalità all’interno del GAL. Non è tollerabile l’uso della forza ed il ricorso ad espedienti per continuare ad occupare, in modo illegittimo, la sede del GAL ed escludere soci fondamentali per lo sviluppo della società, soci che, è bene sottolineare, rappresentano la parte pubblica e la maggioranza del capitale sociale». «Infatti», ribadisce Carlini, «il Cda che mi onoro di presiedere è l’unico legittimato a rappresentare la società GAL, in quanto eletto a larga maggioranza da assemblee rappresentative ai sensi di legge e di statuto».

È proprio il caso di dire “agli arbitri l’ardua sentenza”. (c.u.)

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