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Di Pangrazio: “Pil da Marsica, Aquilanità chiusa”

Il sindaco di Avezzano in Consiglio comunale ha spiegato perché il capoluogo abruzzese non è incluso nella Grande Marsica "Non vogliamo contrapporci a L'Aquila, ma sono chiusi verso altri territori"

Il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio torna a riaccendere i riflettori sulla Grande Marsica, la vasta area che conta oltre 130 mila abitanti, ma che fatica a “trovare il suo ruolo di rispetto sui piani regionali e nelle dinamiche abruzzesi”, come sottolineato dallo stesso primo cittadino più volte.

Questa mattina, in occasione del Consiglio comunale in cui è stato presentato il programma di mandato, prendendo la parola, il sindaco ha voluto ribadire l’importanza del territorio marsicano che “deve essere un esempio di ripartenza civile ed economica e che faccia da guida per il resto della regione Abruzzo”.

“Dobbiamo contrapporci alla Costa, non per togliere qualcosa a qualcuno, ma nel senso positivo della parola, e quindi essere noi in grado di poter creare una sinergia tra tutti gli attori principali dei territori”, ha spiegato.

Come? “Attraverso una legge regionale che esiste per poter dare un’offerta al nostro territorio che sia comparabile a quella della Costa. Questa è una sfida importante, abbiamo avuto perdite negli anni di Prodotto interno lordo, e non solo, rispetto alla zona costiera, sono stati più bravi, hanno avuto più unità. E vedo che i sindaci hanno risposto ‘Presente’. E questa è una cosa che fa bene al nostro territorio”, ha aggiunto.

“Noi abbiamo due posizioni: abbiamo una Aquilanità chiusa… le mura! Una voglia di dirigere i territori, di mettere i tentacoli. E poi abbiamo Pescara che invece fa alleanze per costruire e per svilupparsi. E allora dobbiamo avere la nostra parte. Non ho incluso L’Aquila nella Grande Marsica, ma non perché voglio fare l’anti-aquilano anzi – l’ho sempre detto – a L’Aquila ci lavoro e ci ho lavorato, ci sto bene e ci sono tante persone per bene e in gamba, ma L’Aquila è costruita dentro le mura. Questa loro mentalità di essere ‘costruiti’ dentro le mura li porta chiaramente a non aprirsi spesso nei confronti dei territori”, ha dichiarato ancora il sindaco.

“E allora facciamo il territorio delle aree interne, dalla Marsica alla Valle Peligna, avremo tre parti: la zona di Pescara, dell’Aquilano e una zona forte. Non vogliamo contrapporci a L’Aquila, che ha i fondi del terremoto e che si deve riprendere; perché L’Aquila lo sa che il Pil veniva costruito nella Marsica non nell’Aquilano”.

“L’Aquilano ha avuto uno sviluppo – suo malgrado – dovuto al grande terremoto che ha dovuto subire e ai milioni e milioni di euro che ha potuto ottenere”, ha detto Di Pangrazio, proprio nel giorno in cui anche Avezzano commemora le vittime del sisma di 106 anni fa.

“L’agricoltura, lo sviluppo, i centri di ricerca questa era Avezzano, questa era la Marsica e per questo dobbiamo ricompattarci”, ha aggiunto.

“A giorni istituiremo – ha annunciato – con delibera di Giunta questo Comitato importante. L’Adunanza dei sindaci oggi non è più sufficiente. Deve essere trasformata in una sorta di unione di Comuni con una entità e una rilevanza giuridica, per avere un riconoscimento regionale”.

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