“La regione ponga fine all’inerzia disponendo l’assegnazione della concessione Sant’Antonio Sponga di Canistro alla società Acque Minerali San Benedetto Spa.
Ad ormai 15 mesi dalla sentenza del Tar dell’Aquila che ha annullato l’aggiudicazione alla società Santa Croce S.r.l. regna un silenzio tanto assordante
quanto inaccettabile”. Si legge nella nota a firma del consigliere provinciale con delega ai lavori pubblici ed ex sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo.
“Eppure si è già evidenziato da più parti che vi sono tutti i presupposti per attribuire la concessione all’unico operatore economico che ha partecipato alla gara con il possesso dei requisiti di regolarità fiscale e contributiva prescritti dalla legge. Infatti, dovendo dichiararsi l’esclusione della Santa Croce in ragione delle accertate violazioni fiscali in via definitiva, diviene irrilevante il punteggio attribuito nella gara alla società San Benedetto, in quanto la determina di aggiudicazione è stata annullata dal Tar dell’Aquila (sentenza del 18 giugno 2022) con tutti gli atti prodromici, ivi inclusi quelli di assegnazione del punteggio. Pertanto, così come prescrive il Bando, la Regione, in questo caso, ben può “procedere all’aggiudicazione anche in presenza di una sola richiesta di partecipazione, purché ritenuta tecnicamente valida e l’Operatore economico concorrente sia in possesso dei requisiti richiesti”.
Il Bando del 2019 contempla espressamente tale soluzione in questo caso, e la regione non può esimersi dall’effettuare l’unica scelta possibile che garantisca la valorizzazione della risorsa idrica in tempi brevi. Ed invece apprendiamo con stupore che non solo non si è ancora proceduto né ad assegnare lo sfruttamento della sorgente Sponga alla San Benedetto né, in alternativa, ad indire un nuovo Bando, ma si è addirittura concessa una proroga per lo sfruttamento della fonte Fiuggino alla Santa Croce. Tale determinazione, adottata dal dirigente del servizio regionale “ad interim”, dr. Salvatore Corropplo, è del tutto illegale, in quanto ben due sentenze hanno stabilito che detta società ha commesso reiterate violazioni fiscali per circa 30 milioni di Euro. Ben dovrebbero sapere i dirigenti “competenti” che la legge regionale n. 15 del 2002 prevede espressamente il caso di decadenza dalla concessione in caso di violazioni fiscali definitivamente accertate, ed in questo caso ve ne sono molte. La regione, peraltro, oltre alle sentenze, è in possesso della certificazione acquisita direttamente dall’Agenzia dell’Entrate il 25 maggio 2021, che assevera tali violazioni ed ingenti debiti fiscali. Non a caso la società è anche alle prese con una procedura concorsuale presso la sezione fallimentare del Tribunale di Roma.
La condotta della dirigenza regionale è tanto più grave se si considera che tale proroga tecnica viene disposta sine die ed in assenza di una procedura ad evidenza pubblica indetta per assegnare la concessione. Eppure i dirigenti “competenti” dovrebbero ben conoscere la Delibera ANAC n. 315 luglio 2022, con cui si rileva che l’utilizzo reiterato della proroga tecnica – come accaduto in questo caso, in cui (peraltro) non è mai stata indetta una gara ad evidenza pubblica per l’assegnazione della concessione della Fonte Fiuggino dal 1971 – si traduce in una fattispecie di affidamento senza gara, comportando la violazione dei principi di libera concorrenza e di parità di trattamento enunciati dal Codice dei contratti pubblici. Si consideri inoltre che, pur dichiarato nella determina che stabilisce la proroga, non è stato effettuato nemmeno il sopralluogo per accertare le condizioni di continuità di coltivazione del giacimento della Fiuggino, ben sapendo che l’ultima visita ispettiva del febbraio 2017 ha escluso la sfruttabilità dell’acquifero a causa dell’esigua portata della fonte. Peraltro, ciliegina sulla torta, l’acqua presuntivamente emunta dalla Fonte Fiuggino, è pagata dalla Santa Croce a canone ridotto, come previsto dall’art. 33, comma 5 bis, della L.R. n. 15/2002, nonostante per la piccola Fonte Fiuggino non sia mai stato siglato tra società e regione un Protocollo d’Intesa sulla difesa dei livelli occupazionali. Tale accordo fu stipulato soltanto per la concessione Sponga in data 11.04.2011, e, ben sappiamo che dal febbraio 2016 gli operai della Santa Croce sono stati mandati a casa con una procedura di licenziamento collettivo. E allora a quale difesa dei livelli occupazionali si riferisce la determina regionale di proroga!
Per questo con i miei collaboratori abbiamo già segnalato all’ANAC tale stato di illegalità consegnando anche un dossier alla Magistratura. Se i dirigenti regionali credono di restare impuniti per le reiterate violazioni di legge si sbagliano. Chi come me crede nella legalità e nella giustizia continuerà a denunciare tali abusi.
È evidente a questo punto che la responsabilità dei vertici politici della regione è ancor più grave, poiché il comune di Canistro, Sindaco Angelo Di Paolo, ha trasmesso già dal settembre 2019 i documenti che provavano l’irregolarità fiscale della Santa Croce. Ma, nonostante ciò, né l’assessore Campitelli né il presidente Marsilio hanno vigilato su tali procedure ed atti al fine di ripristinare la legalità, coprendo con il loro silenzio decisioni illegittime, come già asseverato dalla giustizia amministrativa. Se ciò avessero fatto non sarebbero passati tre anni di inutili vertenze e avremmo da tempo un’azienda sana e capace intenta a realizzare il suo progetto industriale per valorizzare degnamente una delle migliori acque minerali al mondo e con essa un intero territorio”.