La patente da furbi, gli italiani l’hanno sempre avuta, e quella che una volta era una nostra prerogativa, sembrava fosse stata acquisita anche da un cittadino rumeno, che comunque alla fine è stato assolto perché la giustizia ha riconosciuto pienamente la sua buona fede. L’uomo, dipendente di una impresa edile di Avezzano, al fine di ottenere il gratuito patrocinio in tribunale, aveva dichiarato un reddito molto al di sotto di quello reale (7.000 euro anziché 17.000). Una storia iniziata da un precedente processo che vedeva il rumeno accusato di aggressione alla sua ex compagna. La richiesta di ammissione al gratuito patrocinio era stata accolta proprio in virtù di un reddito particolarmente basso, ma ad una successiva verifica era emerso che le sue risorse economiche erano ben superiori. Ne è scaturito che il pm di turno ha chiesto la condanna a un anno e sette mesi, ma in soccorso dell’operaio rumeno, è arrivato il suo datore di lavoro, il quale ha testimoniato che fu proprio lui a comunicare un importo sbagliato al suo dipendente, inducendolo in errore. A difendere l’operaio e ad ottenerne la piena assoluzione, ha provveduto l’avvocato Mario Del Pretaro, forte di una recente sentenza della Corte di Cassazione che in casi del genere prevede l’assoluzione quando non viene ravvisato il dolo.
avvocato Mario Del Pretaro