Sarà Palazzo Sipari a Pescasseroli (L’Aquila) il protagonista, domenica prossima 21 maggio, della 40esima Giornata Nazionale ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiana). La sezione abruzzese ADSI presieduta dall’architetto Roberto Di Paola ha organizzato l’apertura straordinaria dalle ore 10.00 alle 18.00, con visite guidate alle 11 e 30 e alle 16 gratuite per i soci ADSI.
Palazzo Sipari è il più importante edificio civile di Pescasseroli, realizzato dalla famiglia Sipari, ricchi proprietari terrieri legati alla pastorizia, che lo edificarono sopra le rovine del palazzo baronale da loro acquisito e distrutto nei primi dell’800. Della famiglia fu esponente importante Erminio Sipari, deputato nell’Ottocento e ideatore e fondatore del Parco Nazionale d’Abruzzo, così come nel Palazzo nacque Benedetto Croce, il grande filosofo italiano che nel 1910 da qui tenne l’importante “discorso di Pescasseroli”. In questo palazzo sono state più alte personalità della reale casa di Savoia come ad esempio il principe Amedeo Duca d’Aosta e il Principe di Napoli, il futuro Re Vittorio Emanuele III.
Il palazzo è stato abitato dalla famiglia Sipari fino al 2006 e nel 2010 è stata aperta al pubblico la Casa – Museo, sede anche della Fondazione Erminio e Zel Sipari. «La giornata nazionale ADSI – spiega Roberto Di Paola presidente della sezione Abruzzo – è un momento fondamentale per far conoscere e valorizzare un patrimonio, quello delle dimore storiche private, straordinario. Per questo è importante conservare una dimora storica preservandola dall’azione del tempo e dal degrado, proseguendo l’opera di artisti, architetti e delle persone che nel tempo l’hanno amata ed abitata, facendone nel tempo una testimonianza famigliare ma anche culturale, storica, sociale e politica. Sullo sfondo dello sterminato patrimonio artistico italiano – prosegueDi Paola – la ‘quota’ privata riveste una importanza poco nota ma straordinaria, anche per la frequenza con cui beni privati vanno a costituire fondi e musei pubblici, attraverso donazioni, lasciti ed acquisti e, in un tempo non remoto, anche attraverso il pagamento delle tasse con i beni culturali che in tal modo andavano ad arricchire le collezioni dei musei, frutto assai frequente di acquisizioni da privati. La cifra di 35.000 dimore storiche, quante sarebbero in Italia, può dare un’idea della vastità ma non della bellezza profusa in millenni di appassionata conservazione e valorizzazione, ma anche di distruzioni e rifacimenti – è il caso di molte fabbriche abruzzesi – quasi sempre migliorate e rese più belle che in precedenza: è così che sta rinascendo L’Aquila e tutto il patrimonio privato danneggiato dai sismi degli anni recenti che non hanno risparmiato l’Abruzzo e le regioni confinanti».
Grazie ai proprietari di dimore storiche, di cui diverse migliaia sono riuniti nell’Associazione, resta saldo lo spirito tutto italiano del bello, del paesaggio, della storia e delle radici che sottendono un passato comune fortemente identitario.
Fonte: AGI
Foto di: Visit Val di Comino