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Disastro del ‘fiume di plastica’: ieri la riunione in Regione

«La situazione del torrente Laio a Guardiagrele, deturpato da rifiuti che scendono da due discariche mai bonificate a Guardiagrele, è stata oggetto di una riunione svoltasi nella mattina di ieri, giovedì 27 dicembre, presso la Regione Abruzzo a Pescara», riporta una nota inoltrata alla stampa dal Soa e dal Forum H2O.

 

«Il tavolo di confronto, presieduto dal dirigente del servizio rifiuti Gerardini e proposto dal comune di Guardiagrele, ha visto la partecipazione dei tre comuni interessati (Guardiagrele, Casoli e Pennapiedimonte) e della SOA che in questi mesi aveva riacceso l’attenzione pubblica sul caso con un accesso agli atti, un dettagliato esposto, un’assemblea pubblica e una serie di comunicati stampa che ha avuto eco nazionale, a partire dal servizio di Pinuccio su Striscia la Notizia e da un reportage su TV2000, la TV della CEI».

«Ovviamente riteniamo che il metodo scelto dalla regione, che prevede il coinvolgimento preliminare di enti ed associazioni, è quello giusto per affrontare problemi così difficili che esistono da decenni. Nel merito si è discusso attorno ad un documento depositato il 3 dicembre dal comune di Guardiagrele, in risposta alla diffida della regione del 31 agosto 2018».

 

 

«In particolare abbiamo: 1)concordato su due interventi urgenti, che pure avevamo chiesto nell’esposto: a)la rimozione meccanica dei rifiuti ancora abbancati nelle discariche e tuttora a rischio crollo; b)la rimozione, a mano, dei rifiuti lungo le sponde del fiume. Abbiamo evidenziato come a nostro avviso la relazione fosse carente di una serie di dati, come, ad esempio, l’individuazione dei tratti di fiume su cui intervenire e i punti di raccolta dei rifiuti. In ogni caso dal tavolo è emerso che il comune di Guardiagrele opererà direttamente e autonomamente per questi interventi da svolgere immediatamente. 2)Ricordato che sono obbligatorie le misure di messa in sicurezza della falda, richieste da ARTA fin dal 2012 e sulla cui fattibilità il comune aveva espresso dei dubbi. In tal senso abbiamo fatto rilevare che la falda contaminata riguarda aree retrostanti il fronte calanchivo facilmente accessibili. Il tavolo ha concordato nel prevedere piezometri con eventuale emungimento delle acque da inserire nel progetto da realizzare con i fondi Masterplan. 3)Sollevato dubbi sulla necessità e sull’efficacia di due proposte contenute nel documento quali a)il phytoscreening per l’individuazione dei contaminanti, dato che non è efficace per una serie di sostanze presenti e b)il fitorimedio (l’uso delle piante per la decontaminazione), data la complessità orografica e lo stato di contaminazione del suolo. 4)Evidenziato la necessità di prevedere la rimozione della grande quantità di rifiuti misti a terreno che sono ormai alla base del calanco (4,5 milioni di mc) con interventi ripetuti nel tempo attraverso la sistemazione dell’alveo, anche grazie agli interventi di ingegneria naturalistica previsti in senso generale nella relazione e che ora dovranno essere individuati nel dettaglio. Abbiamo ribadito che al di là delle leggi sulle bonifiche, in generale per le norme sui rifiuti questi ultimi dovranno comunque essere separati dall’ambiente. Quindi si dovranno considerare interventi ripetuti mano a mano i rifiuti emergono a causa dell’azione del fiume e del calanco. Seppur improbabile data la complessità orografica, abbiamo anche chiesto di verificare l’eventuale esistenza di siti limitrofi dove accumulare in sicurezza il materiale, per evitare costi esorbitanti e il trasferimento su lunghi tragitti di una così consistente quantità di materiali».

 

 

«Infine il tavolo ha concordato sulla necessità di confrontarsi con ARTA, ieri oggi assente, anche per caratterizzare dal punto di vista merceologico i rifiuti», conclude la comunicazione a mezzo stampa.

 

 

 

Fonte e foto di: Segreteria SOA e Forum H2O

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