“I dati che riguardano il quarto trimestre del 2021 e il secondo trimestre 2022, certificano il tracollo dell’occupazione in Abruzzo e confermano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il presappochismo e la mancanza di programmazione della Regione a trazione centrodestra”.
A dichiararlo è Francesco Taglieri, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che poi entra nel dettaglio “L’Abruzzo fa registrare un aumento di 14.000 disoccupati, pari al 31%. Un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale che ha segnato invece una riduzione del 12 %. Il peggior risultato a livello nazionale. A tale allarmante dato si affianca una dinamica dell’impresa che vede l’Abruzzo registrare un incremento percentuale di appena 0,12% e posizionarsi al terzultimo posto nella graduatoria delle regioni d’Italia. Anche l’andamento dell’export, con una flessione di appena 0,8%, contro l’incremento nazionale del 22,5%, segna una battuta d’arresto e posiziona l’Abruzzo al penultimo posto della graduatoria nazionale. L’Analisi che scatta questa impietosa fotografia – spiega Taglieri – è dell’economista Aldo Ronci. Lo studio evidenzia anche che le perdite più alte sono nel comparto del commercio, alberghi e ristoranti e in quello degli altri servizi che piazzano l’Abruzzo agli ultimi posti della graduatoria nazionale”.
“L’inerzia della Regione a trazione Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – incalza il Capogruppo 5 Stelle – è evidente. In questa legislatura, che fortunatamente per gli abruzzesi giunge al termine, non sono state messe in campo politiche economiche e del lavoro idonee per far uscire l’Abruzzo da questa spirale negativa: annunci, programmi e grandi conferenze stampa, ma di risultati ancora zero. Se a ciò aggiungiamo i numeri impietosi della crisi sociale ed energetica che stiamo vivendo, con le famiglie che subiranno in media un rincaro annuo di 2.435 euro per l’acquisto di beni di prima necessità e servizi, è evidente che arrivare a fine mese è un’impresa. Ed è inaccettabile che in un contesto simile molti abruzzesi non potranno prendere il reddito di cittadinanza, o lo perderanno, poiché il Partito del presidente Marsilio a Roma (FDI) si scaglia contro la manovra, tagliandola drasticamente nel 2023 ed eliminandola entro il 2024. È chiaro che il centrodestra abbandona le fasce più deboli della popolazione dimostrandosi una compagine politica sorda alle reali esigenze dei cittadini e che ha fatto della propaganda e dell’autocelebrazione il proprio marchio di fabbrica. Non possiamo rassegnarci a questi numeri, non possiamo rassegnarci ad un Abruzzo dove si vive sempre peggio”, conclude.