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Divieto di accesso Valle Majelama, “decisione inattesa”

Divieto anche per sentieri Monte Cafornia e Peschio Rovicino della Riserva di Monte Velino. Cai di Avezzanocontro ordinanza Comune Massa d'Albe

In merito all’ordinanza emanata dal Comune di Massa d’Albe in data 26 agosto 2021 avente per oggetto il “DIVIETO DI ACCESSO E TRANSITO AI SENTIERI N. 8(VALLE MAJELAMA), 7 e 7 A (MONTE CAFORNIA) e N. 9 (PESCHIO ROVICINO) DELLA RISERVA NATURALE ORIENTATA “MONTE VELINO”, il Consiglio Direttivo della Sezione C.A.I. di Avezzano dichiara quanto segue: Nell’incontro del 21 luglio 2021 nella sede del Comune di Massa d’Albe in cui, oltre al Sindaco e al C.A.I., era presente anche il comandante della Riserva Naturale Orientata Monte Velino, si sarebbe dovuto trattare l’argomento in forma del tutto diversa e produrre risultati opposti. Nel convocare l’incontro infatti, il sindaco Nazzareno Lucci scrive testualmente nella lettera di convocazione datata 14/7/2021: “Tenuto conto del lungo lasso di tempo intercorso dalla data di approvazione del suddetto provvedimento e soprattutto che in questi anni è profondamente cambiata l’esigenza di fruibilità della montagna, grazie al sensibile sviluppo del turismo sostenibile, ritengo opportuno valutare l’attualità di quanto disciplinato e, se del caso, procedere ad una modifica e/o revoca dell’ordinanza medesima”.

È quanto si legge in una nota firmata dal presidente del Club Alpino Italiano-Sezione di Avezzano, Gianfranco Gallese.

Ci si aspettava finalmente una revisione del provvedimento storico emesso dal sindaco Giorgio Blasetti del 5 agosto 1992. Invece nell’Ordinanza del 26 agosto 2021, tra l’altro, si cita testualmente: “OSSERVATO che nelle aree percorse dai sentieri escursionistici ufficiali in oggetto si verificano frequenti slavine e che le condizioni del fondo degli stessi sentieri espongono a gravi pericoli eventuali escursionisti in tutto il periodo invernale” e successivamente: “TENUTO CONTO dell’esito dell’incontro convocato al proposito dal Sindaco con nota n. 2443/2021 al quale hanno partecipato altresì i rappresentanti del C.A.I. Sezione di Avezzano, durante il quale sono stati condivisi unanimemente i contenuti riportati nel precetto del presente Provvedimento”.

La lettura di quanto sopra, contrasta apertamente con le motivazioni per le quali abbiamo partecipato all’incontro (auspicavamo che l’ordinanza venisse ritirata o ridotta perché le limitazioni sono diventate davvero troppe) e con le posizioni del Club Alpino Italiano, che rigetta qualsiasi forma di chiusura preventiva delle aree montane per la semplice presunzione del rischio. Alla luce di quanto era nelle intenzioni del Sindaco del Comune di Massa d’Albe al momento della convocazione, con l’Ordinanza emessa in data odierna di segno nettamente opposto, la Sezione C.A.I. di C.A.I. Club Alpino Italiano Sezione di Avezzano – 1929 Avezzano si dissocia da quanto in essa riportato e sottolineato nelle notizie di stampa pubblicate da altre testate.

Infatti, decisioni così rilevanti, che sembra siano state imposte sia al rappresentante del C.A.I. che allo stesso Sindaco dall’autorità superiore, non hanno comunque avuto la ratifica del Consiglio Direttivo che è l’organo sovrano della Sezione, e dunque non sono affatto condivise dal C.A.I. Avezzano. Il C.A.I. Sezione di Avezzano, pur rispettoso delle leggi dello Stato che vigono nella Riserva Naturale Orientata Monte Velino a tutela dell’ambiente, e in particolare della fauna nel periodo più delicato della riproduzione (ragion per cui nacque l’ordinanza del Sindaco Blasetti nel 1982 che determinava la chiusura dal 15 febbraio al 15 agosto), non è assolutamente d’accordo sulle motivazioni riguardanti il rischio
presunto derivante da slavine e fondo dei sentieri
, che, con ordinanza preventiva, hanno portato all’anticipazione della chiusura dell’intera area di ben tre mesi, addirittura al 15 novembre, quando la probabilità di neve è bassissima, anche se ne è stata anticipata la scadenza ad aprile anziché ad agosto. In definitiva, la nostra Sezione, invitata all’incontro con una diversa prospettiva, è stata invece sottoposta – contro la propria volontà – a una decisione inattesa e unilaterale, senza potersi in alcun modo opporre o far
valere le proprie ragioni.

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