Mancano meno di dieci giorni all’avvio della riforma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel silenzio colpevole dell’amministrazione comunale. Dal mese di novembre la riforma sarà operativa con il declassamento dell’Aquila, unico capoluogo di Regione in Italia a perdere il proprio Ufficio dirigenziale a favore di Pescara.
Per questo oggi ci siamo recati presso la sede dell’Agenzia all’Aquila: non solo per esprimere solidarietà e vicinanza ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali, ma anche per ribadire che intendiamo combattere per il mantenimento di un presidio strategico per il nostro territorio.
Con lo striscione — “Biondi, parlaci delle Dogane” — abbiamo voluto lanciare un messaggio chiaro: basta silenzi, è il momento di dire la verità su cosa è accaduto da marzo 2024, data dell’ultimo comunicato congiunto di Biondi e Liris.
O si uniscono davvero le forze per difendere la città, oppure l’amministrazione abbia il coraggio di ammettere che avalla questa riorganizzazione.
Un cambiamento che non sposta solo il baricentro amministrativo ed economico verso la costa, ma che avrà conseguenze concrete e pesanti: gli operatori economici saranno costretti a recarsi a Pescara anche per semplici adempimenti, mentre i lavoratori dell’Agenzia rischieranno trasferimenti e stravolgimenti personali e familiari.
L’Aquila sta pagando, ancora una volta, l’incapacità di chi la governa nel difendere i presidi istituzionali e le politiche del lavoro.
Le cifre parlano chiaro: nel capoluogo resteranno soltanto tre posizioni organizzative, contro le nove assegnate a Pescara unitamente alla nuova Direzione regionale. Tutto questo vanifica gli investimenti e le strategie di rilancio avviate negli ultimi anni, dall’apertura della sede in piazza Santa Giusta ai concorsi per chimici e biologi, fino al progetto del laboratorio con scuola di formazione, ora messi seriamente a rischio.
Al capoluogo d’Abruzzo resterà solo la funzione antifrode: un contentino per allocchi.
È evidente quanto poco conti, per questa amministrazione, il dibattito del Consiglio comunale: due ordini del giorno approvati all’unanimità dal Consiglio comunale e almeno cinque riunioni della Conferenza dei capigruppo non sono bastati a smuovere la Giunta o il sindaco Biondi, incapaci persino di ottenere un incontro interlocutorio con il viceministro Maurizio Leo.
Bisogna chiedere una proroga dell’entrata in vigore della riforma, come già avvenuto per i tribunali minori e poi lavorare a una modifica complessiva dell’impianto.
L’Aquila non può diventare una semplice sede periferica, svuotata di competenze e centralità.
Chi governa la città deve smettere di scaricare responsabilità e agire, finalmente, per difendere il ruolo istituzionale e strategico del capoluogo d’Abruzzo.
Paolo Romano – L’Aquila Nuova
Simona Giannangeli – L’Aquila Coraggiosa
Lorenzo Rotellini – AVS
Stefano Albano – Partito Democratico
Elia Serpetti – Il Passo Possibile
Alessandro Tomassoni – Gruppo misto
Enrico Verini – Azione
Gianni Padovani – 99 L’Aquila
Comunicato stampa