Nell’incontro di domani tra Governo e Regioni non ci sarà il premier Mario Draghi.
Lo ha detto il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, a Mezz’ora in più, come riporta l’Ansa.
Domani “ci occupiamo del piano vaccinale con il ministro Gelmini, il generale Figliuolo e il capo della protezione civile Curcio”. Nei prossimi giorni ci sarà poi un altro incontro “a cui parteciperà anche il ministro Franco sul tema del Recovery Plan“.
E la settimana successiva, appena dopo Pasqua “incontreremo il presidente Draghi in persona con alcuni ministri per fare il punto su queste due sfide, su cui gli italiani giudicheranno il governo”.
“E’ giusto che il governo, a fronte di una curva pandemica che pur in maniera timida sta cominciando a scendere preveda dopo Pasqua che fino alla prima media si possa tornare a scuola. Come peraltro faceva il governo Conte quando nelle zone rosse solo dalla seconda media in su si chiudeva”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, rispondendo ad una domanda sulla riapertura delle scuole. “Le Regioni – ha ricordato – non possono allargare” sulla base di una decisione del Governo, “possono eventualmente restringere ulteriormente a fronte di casi particolari nella propria regione. Per quanto mi riguarda mi attengo a quel che ha deciso il Governo e in Emilia-Romagna dopo Pasqua riapriremo fino alla prima media”.
“Nessuna regione italiana può acquistare vaccini senza l’autorizzazione di Ema o Aifa“, ha detto Bonaccini, rispondendo ad una domanda sull’ipotesi che qualche regione acquisti il vaccino russo Sputnik.
“Nessuno può acquistarle, anche volendo” perché questo prevedono le regole. “Se poi cambieranno – ha aggiunto – ognuno di noi può darsi da fare”.
“È scandaloso che chi deve tutelare oltre alla propria vita quella degli altri rimanga al proprio posto se non si vuole vaccinare”, ha aggiunto sugli operatori sanitari che non si vaccinano. Per Bonaccini occorre introdurre una norma per destinarli ad altra mansione e si è detto “fiducioso” che venga a breve introdotta.
“Anche io condivido che infermieri e medici siano vaccinati, altrimenti non possono stare al loro posto”, ha detto.
“Nessuno vuole riaprire il Paese a dispetto dei numeri. E tutti ci rendiamo conto che la situazione ancora oggi non è facile. Ma questo non può e non deve impedire di guardare al futuro: invece di dire ‘chiudiamo tutto e poi vediamo’ potremmo stabilire una serie di date, una road map, verso la ripartenza, sempre che i dati ci confermino via via la possibilità di farlo”, ha affermato Giovanni Toti, presidente della Liguria, unica regione del Nord in zona arancione.
“Perché non dire ai ristoranti che da tal giorno, dati permettendo, potranno accogliere prenotazioni anche per la sera? Perché non dare la possibilità, suffragata da date, di organizzare un meeting per fine giugno, o un matrimonio per luglio? O banalmente un torneo di calcetto a metà maggio? Lo ribadisco, dati permettendo, ma almeno riaccendiamo la speranza. Lo dico perché la pandemia sta seguendo un andamento simile a quello dello scorso anno. È possibile immaginare che, come già accaduto, nelle prossime settimane, con l’avanzata del caldo, della possibilità di stare di più all’aperto con le vaccinazioni che aumenteranno, i contagi diminuiranno più rapidamente dello scorso anno. Dunque, se lo scorso anno abbiamo cominciato a riaprire nel mese di maggio, forse potremmo anche anticipare un po’. Perché non ci diamo da subito delle regole e delle date? Io credo che dopo la Pasqua si possa fare. Questo chiedo come amministratore e questo chiederanno i parlamentari di Cambiamo!”.