Era il 28 maggio, quindi più di un mese fa, quando una determinata delegazione “salva-Tribunali” è partita dall’Abruzzo alla volta della capitale italiana, per parlare a tu per tu con tutte le forze politiche di Governo. Perorare, insomma, la causa regionale di mantenere in vita le quattro sedi di giustizia che avrebbero dovuto cessare di esistere in base all’oramai lontana riforma della geografia giudiziaria in Italia. Dopo quella scure legislativa, ci furono tante proroghe, ma mai alcuna soluzione definitiva a quello che il territorio interpreta come un “impoverimento a 360 gradi”.
Di Pangrazio, un mese fa, a fronte degli incontri romani, aveva dichiarato: “Soddisfatti per gli impegni presi, ora vogliamo i fatti”. Una trasferta a Roma che aveva segnato un bel passo deciso nella lotta. Anche perché i parlamentari non avevano affatto storto il naso. Però, ad oggi, la proroga ancora non è scritta nero su bianco, nonostante i vari emendamenti presentati. Domani sera, alle ore 19, a Palazzo Città, ci sarà un nuovo incontro a tema, in streaming, sulla salvezza dei quattro tribunali cosiddetti non provinciali, vale a dire le sedi di Lanciano, Sulmona, Vasto e, per l’appunto, Avezzano. Invitati a partecipare tutti i deputati e i senatori abruzzesi eletti e in carica. Si collegheranno anche i quattro presidenti delle Province coinvolte, i sindaci dei territori toccati dalla riforma, e anche i vertici degli ordini forensi.
L’obiettivo di domani sera sarà quello di fare un quadro dell’attuale stato dell’arte dei lavori per la salvaguardia dei Fori. E’ necessario uscire dall’impasse e inserire un emendamento all’interno di qualche maxi decreto per permettere, come era nei piani, di prendere tempo per trovare, poi, tutti assieme, una soluzione definitiva.
L’appello mosso dagli amministratori locali è ancora una volta lo stesso: fare squadra senza colori politici per l’Abruzzo della Giustizia.
Recentemente, anche i vescovi dei territori coinvolti nella lotta “giusta” si sono espressi a favore della richiesta di mantenere in vita i quattro Fori minori, oltre la data del settembre 2022. Voci di corridoio vorrebbero in preparazione una lettera da parte dei pastori della Chiesa proprio sulla causa perorata, da spedire all’indirizzo del Governo Draghi.