La Conferenza delle Donne Democratiche della Regione Abruzzo si unisce con forza alle dichiarazioni della portavoce nazionale Cecilia D’Elia, nei confronti della leader e candidata di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni, che ha pubblicato il video di uno stupro per fini elettorali: “davvero una caduta verticale nell’orrore.”
“Si strumentalizza un fatto gravissimo l’aggressione di una donna a Piacenza” continua D’Elia “per attaccare da un lato le politiche migratorie, offuscando il dato di genere che sta dietro alla violenza maschile, e dall’altro la sua pubblicazione sui social senza nessuna preoccupazione riguardo all’aggredita, al suo trauma, alla sua sensibilità. Fra gli altri, lo ha fatto Giorgia Meloni, che mentre spende parole ipocrite di solidarietà alla donna aggredita, agisce nel segno opposto.”
Conclude dicendo: “Nell’evitare qualsiasi strumentalizzazione, noi dobbiamo essere molto rigorose nel dire che si contrasta la violenza mettendo al centro la questione di genere che la sostiene, utilizzando gli strumenti a sostegno delle donne che la subiscono e mettendo al centro del discorso la mascolinità e i suoi modelli. Se, invece, si usa un episodio di tale gravità per parlare di nazionalità, questo è un modo per non affrontare il tema, per aggirarlo, strumentalizzandolo per attaccare i migranti tout court”.
“Noi Donne Democratiche Abruzzo, continueremo a lavorare per contrastare non solo la violenza maschile e patriarcale ma la strumentalizzazione dei nostri temi da parte della destra, in particolare di Giorgia Meloni e Fratelli D’Italia specie in questa campagna elettorale, avendo appreso della sua candidatura nella nostra regione nel collegio uninominale L’Aquila-Teramo”.
“La notizia della sua candidatura nel nostro territorio ci ha sorprese, per il cattivo gusto di considerare l’Abruzzo come una specie di terra di conquista, e soprattutto per la sua natura sfacciatamente contro le donne – ma ci spronerà ancor di più per adoperarci in una campagna elettorale in cui vinceranno le idee che vengono dal basso, per un’Italia Democratica, Progressista e quindi fisiologicamente dalla parte delle donne”.