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Draghi: “Pianificare le riaperture, la scuola in primis”

Il premier annuncia l'obiettivo dei 500 mila vaccini al giorno e fissa i punti della ripartenza: "La scuola in primis"

Draghi: "Pianificare le riaperture, la scuola in primis"

Mario Draghi ha indicato la via: “Obiettivo mezzo milione di vaccinazioni al giorno”. Numeri che traghetterebbero il Paese fuori dall’emergenza sanitaria, permettendo al governo di mettere a punto il piano per la ripartenza economica e sociale. La campagna vaccinale procede senza sosta. Nelle comunicazioni al Senato, il premier Draghi ha snocciolato i dati della sterzata: “Nelle prime tre settimane di marzo, la media giornaliera è stata quasi di 170 mila dosi quotidiane, più del doppio rispetto ai due mesi precedenti”.

Filtra ottimismo da Palazzo Chigi, confermato dal ribasso dei contagi (a fronte, tuttavia, di un numero ancora elevato di vittime giornaliere). L’ex numero uno della Bce, alla vigilia del Consiglio Europeo, ha sciolto le riserve: l’obiettivo è alzare l’asticella fino alle 500 mila vaccinazioni giornaliere. Piano che si sposa con l’arrivo imminente del farmaco Johnson& Johnson, atteso ai primi di aprile.

Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha parlato di uno scenario in miglioramento atteso dopo Pasqua (che il Paese intero trascorrerà in semi-lockdown). È il momento, allora, di mettere in atto i punti della ripartenza. Primo fra tutti la scuola: “È bene cominciare a pianificare le riaperture – ha aggiunto Draghi nell’Aula di Palazzo Madama – Se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a pensare anche alle riaperture: riaprire la scuola in primis. Le primarie e quelle dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni. E quindi speriamo subito dopo Pasqua”.

Nelle comunicazioni al Senato, Draghi tocca anche alcuni tasti dolenti, come le difficoltà nelle vaccinazioni agli over 80. E non manca una tirata d’orecchie rivolta ad alcuni governatori: “Persistono purtroppo differenze regionali, molto difficili da accettare, sulla copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni. Mentre alcune regioni seguono le disposizioni del ministro della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base alla loro forza contrattuale”.

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