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Duemila italiani in Ucraina, Farnesina: “Andate via”

L'ambasciata resta operativa ma evacua lo staff non essenziale

La Farnesina invita tutti gli italiani in Ucraina a rientrare “in via precauzionale”.

Mentre sul terreno la tensione è sempre più alta, dopo una riunione straordinaria dell’Unità di Crisi tutta dedicata alla minaccia russa ai confini dell’Ucraina è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ad annunciare le decisioni prese.

I circa duemila italiani che vivono nel Paese, la maggior parte dei quali nella capitale Kiev, sono invitati a salire su un aereo commerciale e tornare in patria il prima possibile.

A chi è in Italia, “considerata la situazione di incertezza ai confini”, viene invece chiesto di “posticipare tutti i viaggi non essenziali verso l’Ucraina”, in particolare quelli “a qualsiasi titolo nelle regioni di Donetsk e Lugansk ed in Crimea”, che sono “sconsigliati”. Termini diplomatici per sottolineare la pericolosità degli spostamenti in un momento particolarmente delicato.

Ma non solo: “Un’altra disposizione presa – ha aggiunto Di Maio – è quella di far rientrare tutto il personale della nostra sede diplomatica a Kiev non essenziale”.

Una decisione che non implica la chiusura dell’ambasciata, ha assicurato il ministro, che “resta pienamente operativa”. Tanto che l’Unità di Crisi indica anche il numero di emergenza al quale raggiungerla in caso di necessità: +380503102111.

L’escalation ai confini dell’Ucraina del resto ha spinto tutte le principali cancellerie occidentali a richiamare i propri connazionali. Anche se l’obiettivo è e resta la de-escalation, in una giornata carica di tensione ma anche di contatti diplomatici.

“Lavoriamo tutti al fine di evitare un’escalation”, ha assicurato Di Maio, sottolineando che si sta cercando “una soluzione diplomatica e ci auguriamo che il prima possibile possano arrivare segnali tangibili in tal senso”.

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