Con due distinte note di diffida, la società Santa Croce, proprietaria dello stabilimento di Canistro e dell’omonimo marchio di acqua minerale, ha intimato alla Regione di sbloccare due questioni sulle quali da mesi l’ente non si pronuncia «causando lo stallo dell’attività, il licenziamento dei lavoratori, ingenti danni all’impresa e anche all’erario e ai cittadini perché l’acqua finisce nel fiume».
In una si reitera la richiesta di concedere la possibilità di captare acqua dalla sorgente Santa Croce Fiuggino, di cui la società dell’imprenditore molisano Camillo Colella detiene la concessione fino all’ottobre prossimo, non utilizzata finora perché, fino a qualche mese fa, era titolare della concessione della sorgente Sponga, che ha una portata superiore, alla quale sono stati messi i sigilli al culmine di un duro braccio di ferro tra le parti, nella seconda diffida, la società per azioni chiede la restituzione dei circa 8 milioni di litri di acqua imbottigliata e sei serbatoi di accumulo di acqua, bloccati nello stabilimento da un sequestro amministrativo risalente a inizio novembre, firmato da dirigente regionale del servizio Risorse del territorio e attività estrattive della Regione Abruzzo, con la motivazione che quell’acqua era stata captata dopo la revoca della concessione.
Fonte: Asipress
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