L’ultimo tratto della Teramo-Mare, la ristrutturazione dell’ex ospedale psichiatrico di Teramo, lo spostamento della centrale Enel nel quartiere Cona di Teramo, il teatro polifunzionale a Scerne di Pineto, i lavori di riqualificazione della struttura viaria della Val Fino, la valorizzazione di borghi come Mutignano, i tanti interventi a Silvi, Prati di Tivo, Roseto, Pineto e quasi tutti i Comuni del comprensorio. La provincia di Teramo corre il serio rischio di non vedere mai realizzate queste e molte altre importanti opere, tutte pensate e progettate grazie ai fondi del Masterplan Abruzzo. E lo corre a causa di un governo che, anziché cercare finanza aggiuntiva per la messa in sicurezza di una infrastruttura autostradale, sottrae soldi alla regione Abruzzo, sebbene l’autostrada in questione non è di proprietà regionale ma statale.
«E’ necessario spiegare bene come stanno le cose – interviene in merito il consigliere regionale Luciano Monticelli – perché i cittadini comprendano la gravità di questa scelta del governo giallo-verde e non si lascino abbindolare da chi, comportandosi in questo modo, dimostra di non avere a cuore il nostro territorio, ma di compiere scelte basate esclusivamente sulla necessità di alimentare la propaganda».
Sono infatti ben 200 i milioni che il governo intende scippare all’Abruzzo, come si legge chiaramente nel Decreto Genova, dove c’è una norma con cui si autorizza il Cipe a rimodulare le assegnazioni relative ai programmi già sottoscritti dai precedenti governi. «Ovviamente – continua Monticelli – non discutiamo sulla necessità di sistemare l’infrastruttura autostradale, ma è bene far sapere ai cittadini che è la prima volta nella storia della nostra regione che, dinanzi a un problema simile, anziché trovare risorse aggiuntive, lo Stato decide di sottrarre agli abruzzesi quello che già avevano. Non comprendo il perché di questa decisione – sottolinea il consigliere regionale –, soprattutto se pensiamo che le autostrade non sono di proprietà regionale ma statale e che lo Stato prende dalle concessioni ben 56 milioni di euro l’anno».
In parole più semplici, il pedaggio che i cittadini pagano usufruendo dell’autostrada finisce in parte al gestore e in parte proprio allo Stato, che quindi guadagna in questo caso 56 milioni di euro l’anno. «Perché allora – tuona Monticelli – lo Stato, che incassa questo denaro, fa pagare agli abruzzesi la messa in sicurezza di una infrastruttura che è dello Stato stesso? Si tratta di un atto gravissimo, perché vuol dire bloccare fondi per opere strategiche, scuole, infrastrutture stradali, interventi contro il dissesto idrogeologico e molto altro ancora».
Teramo, in particolare, dovrà rinunciare, ad esempio, allo spostamento della Centrale Enel nel quartiere Cona, «che – ricorda il consigliere regionale – come ben sappiamo è una battaglia importante per la salute degli abitanti di quel popoloso quartiere che, dopo tanti anni, potevamo finalmente dire vinta. Senza parlare dell’importanza strategica, per un comprensorio come quello teramano, della realizzazione dell’ultimo tratto della Teramo-Mare».
A proposito di viabilità, un’altra nota dolente viene dalla Val Fino, «dove – sostiene Monticelli – la struttura viaria attende da anni di essere sistemata e per la quale il progetto preliminare era stato già depositato lo scorso agosto. Siamo senza parole. Sono curioso di conoscere il pensiero dei nostri parlamentari e di vedere cosa risponderanno a tutti quei sindaci e quei beneficiari che in questi giorni non si danno una spiegazione e sono preoccupati per il loro territorio. Che dire? – conclude il consigliere regionale – O ci troviamo davanti a profonda incompetenza o ad altrettanta profonda indifferenza. Si congela tutto per due anni, quando teoricamente, a detta del governo, questi fondi saranno di nuovo disponibili. Un tempo però nel quale, probabilmente, si avranno anche chiari problemi di competenza. Non è giusto che la nostra regione paghi per scelte come questa».
Fonte: Regione Abruzzo
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