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È morto a 92 anni lo storico aquilano Colapietra

Decise di non lasciare mai la casa danneggiata dal sisma 2009

È morto questa mattina, intorno alle 6, nella sua casa all’Aquila lo storico e studioso aquilano Raffaele Colapietra.

Portano la firma numerosi saggi di storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, occupandosi, in particolare, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza, nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo.

La sua opera principale, tuttavia, consiste in una corposa biografia politica di Benedetto Croce uscita, in due volumi, tra il 1969 e il 1971.

Era nato nel capoluogo nel 1931 ed è stato docente di storia moderna presso l’Università di Salerno, dove ha insegnato fino al 1990. All’Abruzzo, e alla sua città natale, ha dedicato diverse pubblicazioni, oltre a numerosi articoli pubblicati in particolare sulla “Rivista Abruzzese”.

È stato insignito dall’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” dell’Ordine della Minerva.

Grazie al documentario ‘Draquila‘ di Sabina Guzzanti, in cui compare, ebbe risalto la sua scelta, da unico aquilano nel centro storico, di volere continuare ad abitare nella propria casa gravemente lesionata dal sisma del 2009, per il desiderio di non abbandonare né i propri gatti né i propri libri.

“Feci qualcosa che mi sentivo – si trovò a commentare in un’intervista per i 90 anni -. Peraltro la mia casa era danneggiata, ma non distrutta. Avevo tutta la possibilità di restare. E invece, purtroppo, ho visto moltissimi miei concittadini abbandonare L’Aquila per non farvi ritorno, se non dopo mesi, anni a volte. Qualcuno ha lasciato la città per sempre. Questa città, in qualche modo, è stata tradita. Quella del terremoto è stata una pagina particolare. Una narrazione a servizio di chi era a capo dell’allora governo”.

Tra i primi messaggi, quello dell’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente: “Una notizia tristissima – scrive Cialente – Perdiamo un grande intellettuale, libero e coraggioso. Interlocutore spesso critico ma utilissimo per chi volesse veramente capire le nostre comunità. L’ho profondamente stimato”.

Cordoglio del PD L’Aquila per la scomparsa di Raffaele Colapietra

L’Aquila perde uno dei suoi figli più illustri: ci ha lasciato, all’età di 92 anni, lo storico Raffaele Colapietra; era nato di mercoledì, il 24 novembre 1931, “alle 10 di sera in via Cascina, nel quarto di Santa Maria, battezzato in Santa Maria Paganica, con radici dunque molto profonde in città” amava raccontare.

Una perdita incolmabile: lo storico e studioso è stato un simbolo di indipendenza intellettuale e di spessore civile.

Colapietra ha attraversato un pezzo di storia dell’Aquila, di cui conosceva vizi e virtù, corsi principali e stretti vicoli, piazze, cortili di palazzi nobiliari e chiostri che ne raccontano secoli di vita.

Docente di storia moderna presso l’Università di Salerno fino al 1990, Colapietra ci donato saggi fondamentali sulla storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno italiano in età moderna e contemporanea, occupandosi, con passione, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo.

All’Abruzzo, e alla sua L’Aquila in particolare, ha dedicato diverse monografie, oltre a numerosi articoli.

Insignito dall’Università degli studi D’Annunzio dell’Ordine della Minerva, fu tra i simboli del post terremoto, fieramente unico nel voler continuare ad abitare la sua casa in centro città sebbene gravemente lesionata dal sisma del 6 aprile 2009.

Vogliamo ricordarlo con le sue parole, parole di amore per la città dell’Aquila che non aveva mai voluto celebrare in modo vuoto e retorico: “La sorte ha fatto sì che io non avessi, nella mia lunga vita, il conforto di una vicinanza femminile giovanile: non ho avuto una sorellina, non ho avuto una figlioletta da proteggere. Questo è stata L’Aquila per me, una figlioletta da difendere: rispetto all’Aquila, sono sempre stato nella posizione di chi deve aiutarla, e non mi sono mai inebriato delle sue magnifiche sorti e progressive; la città deve essere innanzitutto amata e rispettata, non glorificata in forme dissennate altrimenti si perde il senso delle proporzioni e si sfiora il ridicolo. E che debba essere ridicolizzata mia figlia, mia sorella, santo iddio proprio no. L’aquilanitas è la cosa più vuota che possa esistere, una espressione astratta, senza senso, di cui purtroppo si fa largo uso. Piuttosto, avrei voluto che le cose veramente aquilane venissero valorizzate, che si conoscesse meglio la storia della città”.

Proveremo a trarre ancora insegnamento dal suo pensiero.

Per ora, grazie Professor Colapietra.

Addio.

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