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Elezioni regionali: un programma per L’Aquila

Consiglieri Padovani e Verini: "È ora di cambiare, insieme a Luciano D'Amico ed a tutte le forze vitali che non sopportano più l'attuale malgoverno"

“Nei 5 anni di governo Marsilio tutti gli indicatori di sviluppo dell’Abruzzo volgono al brutto. La conseguenza è che la nostra regione arretra, abbiamo camminato all’indietro come un gambero. Particolarmente grave il regresso delle aree interne: perdiamo popolazione ed attività economiche molto più della costa, perdiamo servizi come la Sanità con l’ospedale del Capoluogo in corso di spoliazione e con vergognose liste di attesa, perdiamo connettività con L’Aquila emarginata dalle grandi direttrici della mobilità. Perdiamo come investimenti, perché nessuna importante opera pubblica è stata realizzata o sarà realizzata nelle aree interne, e tra l’altro è stata depennata dal PNRR pure la ferrovia Roma-Avezzano-Pescara, senza che il Governo abbia indicato fonti alternative per finanziarla”.

Così in una nota i Consiglieri Comunali dell’Aquila Gianni Padovani e Enrico Verini

“Insomma, la “filiera virtuosa” tanto sbandierata da Biondi e Marsilio, che avrebbe dovuto aiutare l’Abruzzo data la piena sintonia politica con la Meloni, ha funzionato al contrario e non abbiamo avuto nulla dal governo in carica e nulla avremo. Anche la recente decisione della Meloni di uscire dalla “Via della Seta” penalizza in prospettiva l’economia abruzzese che riponeva grandi speranze nel vastissimo mercato cinese, ghiotto delle nostre produzioni tipiche come agroalimentare, tessile e automotive”.

“Insomma, un vero disastro! È ora di cambiare, insieme a Luciano D’Amico ed a tutte le forze vitali che non sopportano più l’attuale malgoverno della cosa pubblica e vogliono sottoscrivere un patto tra partiti, movimenti e società civile per dare alle aree interne il ruolo che meritano! E’ in corso di costruzione un Programma di mandato realistico e rilevante, alternativo al “nullismo” di Marsilio, che tenga in conto la situazione di abbandono dell’Abruzzo montano. Tocca agli aquilani far sentire la loro voce, partecipare, costruire una strategia di sviluppo a medio termine, favorire la rinascita in maniera tale da attrarre imprese, investimenti e quindi lavoro per i giovani”.

“Questo richiede a nostro parere di perseguire alcune irrinunciabili priorità, oltre all’ovvia necessità di accelerare sulla ricostruzione privata nei borghi e su quella pubblica in grave ritardo:

a) infrastrutture per la mobilità: dobbiamo migliorare i collegamenti con Roma, Pescara e rafforzare le connessioni sulla dorsale appenninica. Occorre promuovere le infrastrutture materiali (ferrovia e reti digitali) ed immateriali (Internet ultraveloce) per rompere il grave ed insopportabile isolamento dell’Aquila;

b) riequilibrio territoriale: il riequilibrio non è questione di campanile ma costituisce un interesse generale per l’Abruzzo intero. E’ indifferibile il bisogno di combattere lo spopolamento, di bloccare la fuga dei giovani, di attrarre nuove imprese, di inventare nuove attività produttive, di promuovere il turismo (a partire dal Gran Sasso dimenticato), di valorizzare in maniera congiunta le risorse ambientali e culturali, di ricerca e di innovazione, di Pubblica Amministrazione, di Servizi per le Attività produttive, di strutture materiali e immateriali e di strutture sanitarie;

c) L’Aquila “località centrale”. Mai alcun Capoluogo ha subito, come L’Aquila, la sistematica spoliazione di funzioni amministrative! Eppure le nuove tecnologie dell’informazione permettono all’Aquila di superare almeno in parte la carenza di infrastrutture pesanti e di ampliare la funzione direzionale, che potrebbe essere potenziata dalla presenza di centri di ricerca, di formazione, di pubblica amministrazione e di produzione. Riaffermare il ruolo dell’Aquila quale località di servizi significa innestare nel territorio processi di offerta di terziario avanzato, creare un humus favorevole alla diffusione dell’innovazione digitale, stimolare la realizzazione di strutture di servizio alle funzioni pubbliche. La prospettiva è nella valorizzazione del capitale umano, della ricerca avanzata, delle produzioni ad alta tecnologia, della cultura, dell’ambiente, dei prodotti tipici, dell’artigianato di qualità;

c) piano sportivo-turistico-culturale: lo Sport potrebbe essere “valore” fondamentale, sia per lo sviluppo dell’immagine della città, sia per integrare il progetto sportivo in uno scenario più vasto di azioni finalizzate al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Occorre però integrare sport, cultura, ambiente e turismo, come asset specifici delle aree interne. Guardando allo Sport come “motore dei territori”: una visione di sviluppo dell’impiantistica sportiva sostenibile e integrata con la programmazione ambientale, turistica, e con politiche della salute e del welfare. Utilizzando la vicinanza di Roma Capitale, sarebbe naturale il potenziamento delle strutture ricettive e sportive, in una progettualità sinergica con le realtà culturali”.

“Sono questi i grandi temi sui quali stiamo lavorando e sui quali occorre coinvolgere la società civile. Non sono sogni ma concrete possibilità da perseguire! Il 10 marzo sta a noi decidere: ancora declino ed abbandono con Marsilio-Biondi, o in alternativa una chiara scelta di sviluppo per L’Aquila!”, concludono.

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