“La maggioranza di centrodestra ha deciso di investire finalmente sul comparto enogastronomico abruzzese, sostenendone le eccellenze e gli istituti formativi? Benissimo, ma che questa scelta sia più coraggiosa e ricomprenda anche gli altri enti, pubblici e privati, riconosciuti dalla Regione Abruzzo e i ristoratori che a causa della pandemia hanno i locali e personale bloccati e senza introiti da mesi”.
Netto il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, sull’emendamento che a tarda sera ha visto mancare il numero legale nella seduta del Consiglio regionale in corso.
“Romito, la sua scuola e le attività che danno lavoro a tanti giovani talenti abruzzesi e non solo, sono sicuramente un esempio importante per l’economia e l’immagine della nostra regione – sottolinea l’ex assessore regionale al Bilancio – per questo non è dignitoso aver inserito di soppiatto e dopo una lunga giornata di discussione, un emendamento in Bilancio per sostenerlo, quasi come fosse una cosa di cui vergognarsi o, peggio, da approvare in fretta per non attirare troppo l’attenzione; tant’è che su questa scelta la Lega, pur firmataria di quell’emendamento, ha fatto mancare il numero legale spaccando la maggioranza, ancora una volta e chiudendo in malo modo i lavori del Consiglio”.
“Mi chiedo: perché tirare un nome così importante in questa triste diatriba politica fra alleati? – aggiunge – Non era meglio riconoscere anche altre risorse all’intero comparto, magari a sostegno delle centinaia di ristoratori abruzzesi che oltre a essere stati danneggiati dalla pandemia, resteranno senza lavorare anche per le Feste? Non si poteva ipotizzare un bando pubblico per erogare fondi agli enti formativi riconosciuti dalla Regione? Perché offendere con quella che sembra una ‘sveltina’, uno chef che in questo momento è fra i più noti e riconosciuti in Europa e costringere la maggioranza a spaccarsi su un nome che con la politica non ha nulla a che fare?”
“Vero è che quello che è accaduto dimostra ancora una volta che il metodo di governo dell’attuale maggioranza è imbarazzante per tutti, sia per chi ne fa parte, che per i destinatari dei provvedimenti di turno”, conclude.