Il nostro Paese, dopo la crescita post-Covid, è tornato a fare i conti con la profonda crisi economico-strutturale che ne ha caratterizzato gli ultimi tre decenni di storia, e che si manifesta, in particolare, in 4 settori: quello demografico, con l’invecchiamento della popolazione e il crollo della natalità; quello della disuguaglianza territoriale, con una distanza sempre crescente tra Nord e Sud; la crisi educativa, dovuta ad insegnanti poco gratificati e giovani scarsamente preparati; la disuguaglianza sociale, specialmente nei settori del lavoro (spesso precario e mal remunerato) e infine della sanità pubblica, che mostra sempre più i propri limiti oggettivi.
Di fronte a tali evidenti difficoltà, una parte purtroppo sempre crescente del nostro Paese si rifugia nell’odio e fa ricorso alla violenza, in particolare contro gli stranieri, i diversi e le donne. In questo quadro piuttosto desolante, spicca tuttavia un personaggio che ha dedicato gran parte della propria esistenza, e continua tuttora ad adoperarsi con competenza, lungimiranza e passione, per fare in modo che la società civile divenga la reale protagonista del sistema di tutele sociali laddove lo Stato non è più in grado di assicurarle, secondo il dettato dell’art. 118 della Costituzione italiana. Si tratta del Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, già Presidente della Fondazione Roma e attuale Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, che opera nei settori di intervento della Sanità, della Ricerca scientifica ad essa applicata,
dell’Aiuto ai meno fortunati, dell’Istruzione e formazione, dell’Arte e cultura.
Intervistato lo scorso 15 giugno all’interno della rubrica del TG2 dal titolo “Tutto il bello che c’è”, il Prof. Emanuele viene così presentato dalla giornalista e conduttrice Silvia Vaccarezza: “Economista, mago della finanza, banchiere, professore universitario, avvocato cassazionista, e allo stesso tempo umanista, poeta, saggista, filantropo, che negli ultimi trent’anni ha dato un enorme contributo allo sviluppo del nostro Paese, con progetti innovativi nei campi della cultura, del sociale, della sanità: un visionario dal cuore d’oro”. Nella lunga e articolata intervista, si comincia con il ricordare la prima grande iniziativa dell’Hospice per i malati terminali, realizzato a Roma quando ancora in Italia le cure palliative non erano ancora state inserite nel sistema sanitario nazionale, per assistere gratuitamente i malati terminali negli ultimi giorni della loro vita; sulla stessa lunghezza d’onda, il Villaggio creato nel quartiere romano Bufalotta dal Prof. Emanuele per i malati di Alzheimer, che porta il suo nome ed è parimenti gratuito, modellato sull’esempio del villaggio olandese di Hogeweyk, per offrire agli ospiti un ambiente sicuro e rasserenante, con stili e modalità di vita simili a quelli familiari.
Convinto che l’unica strada per realizzare un Welfare civile sia quella del no-profit, alla guida della Fondazione Roma prima e della Fondazione Terzo Pilastro poi, il Prof. Emanuele ha contribuito alla realizzazione di interi reparti specialistici negli ospedali dell’Italia centro-meridionale, nonché all’estero, nel Nord-Africa, in Spagna, a Malta. Nella Repubblica maltese ha inoltre creato l’Emanuele Cancer Research Foundation, primario centro di ricerca sui tumori nell’area mediterranea, e la Music School Villabianca, scuola di musica per bambini autistici o con disturbi comportamentali; a Damasco e Aleppo, ha contribuito al progetto “Ospedale Aperti” per favorire lo sviluppo dei nosocomi siriani.
In campo culturale, ha promosso e sostenuto l’attività dell’Orchestra Sinfonica di Roma e, in tempi più recenti, dell’Orchestra (multietnica) di Piazza Vittorio; in Marocco, ha varato un ambizioso progetto di ricerca e valorizzazione storico-archeologica delle vestigia romane nel Paese; in Siria ha ricostruito una scuola con una chiesa cattolica ad Aleppo. Un capitolo a parte merita la passione per l’arte, che il Prof. Emanuele ritiene fermamente abbia una funzione salvifica per l’individuo e sia in grado di abbattere le barriere tra gli individui e i popoli: non a caso ha realizzato ben 59 mostre inedite (tra cui quella epocale su Banksy e la recente “Ipotesi Metaverso”) nello spazio espositivo – da lui creato nel 1999 – di Palazzo Cipolla a Roma, e complessivamente 108 in tutto il mondo.
Da docente universitario presso i più prestigiosi Atenei internazionali, ha inoltre promosso 6 Master di alta specializzazione post-laurea, ad esempio in Lingue e Culture orientali, in Management delle Risorse artistiche e culturali ed in Intelligenza artificiale e Robotica; a questi si sono aggiunti nel tempo, tra molteplici altri, il “Progetto Mediterraneo” con la LUISS Guido Carli e “MediterranEU: giovani che salvano l’Europa” con la Rumundu Academy. Proprio per quanto realizzato nel campo dell’Istruzione e Formazione, anche al di fuori dei confini nazionali, con determina del 6 luglio scorso gli è stata conferita dall’Università Anáhuac di Cancún (Messico) l’alta onorificenza denominata “Medalla Anáhuac en Humanidades 2023”, con la seguente motivazione, tradotta in italiano: “Per l’attenzione che nel corso della sua vita ha sempre dedicato alla cultura in tutte le sue forme,
il sostegno che ha dato alla diffusione del sapere e le opere di beneficenza che ha svolto”.
Appena poco più di un mese dopo, l’11 agosto, nella spettacolare cornice dei giardini di Palazzo Doebbing a Sutri (VT), al Prof. Emanuele è stato conferito il “Premio Efebo città di Sutri 2023”, un riconoscimento per onorare quei cittadini che attraverso il proprio talento contribuiscono a raccontare il nome di Sutri e della Tuscia nel mondo. Il Professore – che è Cittadino Onorario di Sutri dal 2018 – ha regalato a tutti i presenti meravigliose parole d’amore per la città e i suoi abitanti, e di stima verso l’amministrazione comunale, elogiando le politiche attente ai bisogni dei cittadini e impegnate nella promozione delle attività culturali. Questa la motivazione del premio: “Per l’amore mostrato alla Città di Sutri fin dal primo giorno che la vide, per il suo impegno costante negli anni volto alla salvaguardia del patrimonio storico, alla promozione delle attività culturali e alla sua attenzione verso le problematiche della cittadinanza. Per aver riportato a Sutri l’Efebo, divenuto oggi simbolo della città”.
Ma il Prof. Emanuele è stato anche protagonista, martedì 22 agosto, a Pescina (AQ), della XXVI edizione del “Premio Internazionale Ignazio Silone”, che dal 19 agosto, per quattro giornate, ha riproposto sotto i riflettori la figura dell’intellettuale abruzzese. Ad Emanuele, Cittadino Onorario di Pescina, è stato conferito l’importante riconoscimento, in quanto egli è colui il quale più di altri ha esaltato nel tempo la figura di Silone: ha collaborato per quasi quarant’anni con la rivista “Tempo Presente” da Silone fondata assieme a
Chiaramonte nel 1956, come testimonia la raccolta di scritti dal titolo “Visioni di un Nuovo Umanesimo” che riunisce gli articoli redatti dal Prof. Emanuele negli anni 1983 – 2020. Intervistato dal TGR Abruzzo a margine della cerimonia, il Prof. Emanuele (il quale è anche Presidente Onorario del Parco Letterario Ignazio Silone), ha così commentato: “L’esempio di Silone è attualissimo in questa stagione così particolarmente confusa nel nostro Paese, connotata da ideologie che si fronteggiano con una virulenza a volte non comprensibile. Perché il messaggio che lui fece pervenire era quello di coniugare due aspetti fondamentali del vivere civile: la libertà sociale, che è anche libertà culturale ed economica, con la solidarietà. Più che mai questo messaggio oggi è necessario che venga perpetuato e diffuso”.