COMUNICATO STAMPA
L’Europa ha approvato le reti di trasporto ad alta capacità. Sul tema sono intervenuti i consiglieri di opposizione dell’Aquila Gianni Padovani ed Enrico Verini.
LA NOTA
Siamo felici per i nostri amici della costa! Dopo dove anni dallo storico “Patto per la connettività dell’Adriatico” (2016), finalmente la linea dorsale adriatica è stata inserita tra le reti strategiche di trasporto europee (Ten-T), per cui l’Abruzzo farà parte del “Corridoio Baltico Adriatico”.
Che significa? Significa moltissimo per la città metropolitana di Pescara che entra nella “Rete Europea dei Nodi Urbani”, e questo comporta nuovi finanziamenti per lo sviluppo dei trasporti in ottica intermodale. Per migliorare l’integrazione dei trasporti gomma/ferro/nave, anche Ortona entra nella rete Ten-T con le caratteristiche di terminal di primo livello.
Insomma, per le aree costiere tutto bene: l’Adriatico potrà contare su infrastrutture moderne, ad alta capacità ed alta velocità, tutte cose buone per impostare una crescita solida e duratura dei territori attraversati.
Ma c’è un ma … l’Abruzzo non è solo la costa ed il Governo regionale, chiacchiere a parte, ha completamente dimenticato il Capoluogo di Regione. Infatti L’Aquila, nell’assordante silenzio dell’Amministrazione cittadina, è stata totalmente esclusa dalle reti Ten-T ed è ufficialmente tagliata fuori dai grandi flussi merci e passeggeri che solcheranno il Continente nei prossimi decenni. Il Governo regionale si è impegnato, e con forte ritardo, per la direttrice adriatica, abbandonando l’ipotesi, pure compresa nel suo Programma di mandato, di realizzare il nuovo “Corridoio V” Barcellona, Civitavecchia, Abruzzo, Croazia… e da là verso i promettenti mercati orientali.
Anche la ferrovia Roma-Pescara, a questo punto, non ha più alcun senso, non esistendo più nei programmi europei il corridoio Barcellona / Civitavecchia / Roma / Aree interne / Pescara; non a caso le risorse stanziate dal governo permetteranno di realizzare soltanto la tratta ferroviaria Pescara-Interporto di Manoppello, proprio al servizio della futura linea adriatica ad alta capacità. Senza connettività non c’è sviluppo, eppure la Giunta regionale e l’Amministrazione aquilana non hanno dimostrato alcun interesse per lo sviluppo delle aree interne, ormai condannate all’emarginazione, all’abbandono, al lento declino ed al progressivo spopolamento.
Marsilio e Biondi dimostrino di avere a cuore tutto l’Abruzzo: le reti europee si decidono ora, possono essere riviste ed emendate, ed ora è il momento dell’impegno corale, ora che L’Aquila e le aree interne sono escluse. Discutere di singoli pezzetti di infrastrutture, come si fa in queste settimane, se passare per Avezzano o per L’Aquila o per Capracotta, è a questo punto del tutto inutile, strumentale, una fuorviante cortina fumogena. Il Capoluogo di regione è stato preso in giro (ricordate il treno ad idrogeno?), perde connettività in quanto emarginato dalle grandi direttrici europee della mobilità. Né recuperiamo sul terreno delle nuove tecnologie dell’informazione in quanto ampie zone del comprensorio aquilano sono prive pure di servizi di connettività avanzata, anche a causa dei ritardi dell’Amministrazione nel rendere operativo il tunnel intelligente.
Per le aree interne non è prevista alcuna infrastruttura pesante (strade e ferrovie) e nessuna linea di interconnessione tra L’Aquila e la rete ferroviaria, né a Carsoli né a Tagliacozzo, né ad Antrodoco per agganciare la Rieti/Passo Corese e da lì verso Roma.
Non solo non c’è alcun reale progetto di collegamento per L’Aquila, ma nemmeno ci sono le risorse; in compenso abbiamo avuto tante promesse da Regione e Comune ed un profluvio di comunicati stampa.
Qui non si tratta di destra o sinistra, qui si gioca con il futuro dell’Aquila e dell’area vasta della quale L’Aquila costituisce località centrale. Ecco perché invitiamo la politica di ogni colore ed i cittadini a fare squadra sul tema strategico della connettività, superando campanili, logiche di appartenenza e gelosie per concorrere ad un bene comune non negoziabile in momenti come questo nei quali pochi decidono il destino di tutti, mentre chi dovrebbe difendere L’Aquila assiste silente ed a questo punto complice.