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Fattura sisma insoluta da 9 anni, sentenza del Tar

Informatizzazione schede agibilità dei fabbricati colpiti dal sisma 2009: Ricorso al Tar contro la Presidenza del CdM – Dip. Protezione Civile e Usra

La Presidenza del Consiglio Dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile e l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Città dell’Aquila, in solido fra loro, sono stati condannati al pagamento di oltre 17 mila euro, a cui vanno aggiunti gli interessi moratori e le spese legali, per una fattura non pagata che si riferisce al post-sisma del capoluogo abruzzese.

È quanto ordina il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) per l’Abruzzo.

La sentenza – del 27 gennaio scorso – arriva dopo il ricorso per decreto ingiuntivo proposto dalla Servizi Integrati S.r.l. per il pagamento di una fattura emessa nel 2012 e rimasta insoluta da allora per il servizio di “informatizzazione delle schede di agibilità dei fabbricati colpiti dal sisma del 6 aprile 2009”.

La società è stata rappresentata dall’avvocato amministrativista Mario Lepidi, del foro aquilano, che parla di una vicenda assurda, incastonata nel classico schema in cui le responsabilità vengono fatte rimbalzare da una parte all’altra, allungando in questo modo i tempi.

“La posizione decisa con il decreto del Tar ha rappresentato per anni una situazione kafkiana laddove la società di servizi, che aveva ritualmente svolto dei lavori in via emergenziale subito dopo il sisma del 2009, veniva ‘rimpallata’ da un’amministrazione ad un’altra senza vedersi corrispondere un importo già fatturato”, spiega il legale.

Negli anni del post-sisma, caratterizzato dal lungo processo di Ricostruzione della città dell’Aquila, ci si è abituati alle lungaggini burocratiche e ai ritardi nei pagamenti, alle proroghe e ai rinvii in tutti i campi, il tutto giustificato quasi sempre con la mancanza di fondi.

Ma non è questo il caso.

Tutto questo, infatti, “avveniva nonostante le somme fossero state accantonate dal 2013 in un apposito capitolo di Bilancio destinato alle pendenze dei contratti stipulati dal Commissario straordinario – spiega l’avvocato Lepidi -. Lo stesso riconoscimento degli interessi moratori porterà ad una maggiorazione di oltre 2/3 rispetto l’importo iniziale della fattura che, si ribadisca, è di 9 anni fa”, conclude.

La fattura, dunque, tra interessi moratori e spese legali – secondo una prima stima – arriverebbe a circa 30 mila euro.

In particolare nella sentenza si legge che il Tar “ordina alla Presidenza del Consiglio Dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile ed all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Città de L’Aquila, in solido fra loro, il pagamento della somma di 17.485,31 euro, oltre interessi moratori dalla data di scadenza della fattura al saldo effettivo nel termine di 60 giorni dalla notificazione del presente decreto, con l’avvertenza che, nel medesimo termine, potrà essere proposta opposizione e che in difetto si procederà ad esecuzione forzata”

E “Condanna le parti intimate al pagamento delle spese del presente gravame che vengono liquidate in 600 euro oltre gli accessori come per legge”.

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