Una nuova puntata nella lunga querelle tra L’Aquila e la Marsica per la linea ferroviaria Roma-Pescara. Questa mattina è fissato il Consiglio comunale straordinario dell’Aquila per discutere sul tema. Dal capoluogo hanno calato l’asso: un altro progetto, alternativo al potenziamento della ferrovia veloce Avezzano-Roma-Pescara, che prevede il passaggio a L’Aquila. A supporto delle velleità aquilane, una petizione che ha raccolto 8.500 firme.
Dalla Marsica nessuno vuole indietreggiare. Il sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio – sotto l’impulso della maggioranza e del consigliere di minoranza Iride Cosimati (in quota FdI) – ha convocato per giovedì prossimo l’adunanza dei sindaci marsicani, alimentando la levata di scudi in difesa del potenziamento della tratta ferroviaria definita una “chance vitale per il rilancio economico, occupazionale e sociale”.
“È una guerra tra poveri, nessuno vuole togliere nulla alla Marsica, abbiamo tutti gli stessi problemi”, ha dichiarato a InfoMediaNews il consigliere comunale dell’Aquila Ferdinando Colantoni (di Fratelli d’Italia), uno dei firmatari della mozione sul progetto Roma-L’Aquila-Pescara. “Oggi Avezzano dista da Roma due ore, contro le nostre tre. Ma L’Aquila è comunque un capoluogo di regione”.
Per i consiglieri aquilani, il progetto alternativo condurrebbe la città in una nuova dimensione, rilanciando – tra gli altri – il settore turistico. “Pensare di poter programmare una ferrovia veloce che avvicini L’Aquila a Roma nell’arco di un’ora sarebbe una una soluzione a un problema annoso che risale a oltre 40 anni fa”.
“Oltre ai passeggeri, la ferrovia – continua Colantoni – contempla anche un trasporto merci e ci sarebbero due possibilità per smistare le merci: una è l’aeroporto di Preturo, l’altra in un’area del Reatino già individuata”. Questo – secondo Colantoni – permetterebbe uno sviluppo occupazionale oltre che una riduzione del traffico su gomma nella capitale.
Per Colantoni, quella della linea ferroviaria veloce è una battaglia che prescinde dai colori politici. In tal senso, non manca una battuta rivolta al consigliere ‘meloniano’ Iride Cosimati, che ha sposato la causa sul fronte marsicano: “Lei tira l’acqua al proprio mulino, io sono aquilano e faccio un ragionamento pro L’Aquila. È un problema di aquilanità”. Poi l’affondo: “Nella fattispecie militare, io mi sento un caporalmaggiore perché sono consigliere ma abbiamo due assessori, un vicepresidente, un assessore di peso e tre consiglieri regionali dell’Aquila, il problema ricade sulle loro spalle essendo, nella sfera gerarchica, generali”.
Dura la posizione espressa dal presidente del consiglio Roberto Tinari, riferendosi ai consiglieri aquilani: “Chi non è della partita è contro la città. Siamo favorevoli alla politica dell’incontro, ma non rinunceremo se necessario allo scontro”.