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Festival dei popoli europei, Vecchioni al Peltuinum

Il cantautore: "Voi abruzzesi avete un carattere di un coraggio una forza una pazienza e una interminabile voglia di essere innamorati della propria terra"

La vista dal palco sembra, senza essere esagerato, un paradiso in terra. È come un teatro: due montagne che fanno da quinte, e in fondo una montagna alta con quattro nuvole … Questo spazio immenso di profumi, di silenzio, di piacere, di grano, di cielo è impagabile. È qualcosa da fotografare e tenere in casa per dire ‘la vita è questa, la natura è questa, il mondo è questo, ed è bellissimo’“.

Così Roberto Vecchioni, celebre cantautore del panorama musicale italiano, che ha da poco festeggiato gli 80 anni, vincitore di numerosi premi e festival, autore di saggi e, per trent’anni, professore di greco e latino nei licei, sulla splendida cornice dell’area archeologica di Peltuinum, location che ha ospitato ieri il suo concerto per nell’ambito della prima edizione del Festival dei Popoli europei, iniziativa ideata e sostenuta dal Consiglio regionale dell’Abruzzo.

“Conosco bene l’Abruzzo e lo adoro – ha aggiunto in apertura del suo concerto – ho insegnato a Teramo per tanti anni, conosco bene L’Aquila. Avere la bellezza a 360° il è il senso della vita. E poi voi abruzzesi avete un carattere di un coraggio una forza una pazienza e una interminabile voglia di essere innamorati della propria terra“.

Prima dell’esibizione di Vecchioni sono intervenuti il vice presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Roberto Santangelo e la Soprintendente archeologia belle arti e paesaggio, Cristina Collettini.

Santangelo, in rappresentanza del Consiglio regionale, ha affermato: “Il Consiglio regionale d’Abruzzo ha voluto fortemente questo Festival dei Popoli Europei per valorizzare i nostri territori le nostre aree archeologiche, seguendo il tema dell’Europa. Noi vogliamo raccontare la storia delle tante identità che fanno la nostra Europa in cui noi tutti ci riconosciamo. In queste due giornate di contaminazione in cui si alterneranno galiziani bretoni, scozzesi, attraverso la musica, l’arte e il racconto, vogliamo riscoprire luoghi identitari come l’area archeologica di Peltuinum, dove c’è un tempio dedicato ad apollo, un teatro romano. È proprio per valorizzare questo territorio che abbiamo deciso di fare qui il concerto di Roberto Vecchioni”.

La valorizzazione del territorio è al centro anche dell’intervento della sovrintendente Collettini che ha aggiunto: “Presumo che chiunque sia venuto qui non può che percepire il genius loci, il sentimento, lo spirito che rende questo posto un luogo unico nel suo genere. La sovrintendenza appoggia promuove e sostiene queste iniziative perché il nostro patrimonio deve essere tutelato e protetto. Ma è importante valorizzarlo, deve essere vissuto, dobbiamo poter riempirlo con le attività che oggi ci sono più consone, che ci riempiono la vita. Sono centri di aggregazione guardate quante persone ci sono qui oggi. Sono sicura che oggi ognuno di voi porterà un pezzo di Peltuinum a casa”.

Nonostante il freddo un pubblico numeroso ha partecipato al concerto del “professore”, reso ancora più suggestivo dal tramonto del sole alle sue spalle.
Durante la serata Roberto Vecchioni ha raccontato aneddoti, barzellette e la genesi di alcuni suoi brani che ha poi eseguito, tra cui “l’infinito” e “Vincent” dedicate rispettivamente a Giacomo Leopardi e a Vincent Van Gogh.

Tra le canzoni che ha proposto al pubblico anche i suoi grandi successi, “voglio una donna”, “Chiamami ancora amore”, con cui vinse il Festival di Sanremo e il premio della critica Mia Martini, “Sogna ragazzo sogna” e, per i bis, “Luci a San Siro” e “Samarcanda”.

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