Le polemiche politiche sterili e strumentali sono sempre odiose. E in una fase d’emergenza sono vomitevoli. Per questo cerco sempre parole di moderazione e rispetto delle istituzioni e mi arrabbio solo quando sono le stesse istituzioni a non rispettarsi, nell’inguardabile scaricabarile tra Regioni e Governo ad esempio. Tuttavia non si può proprio tacere di fronte al danno enorme che l’Abruzzo unica regione in zona rossa sta subendo. Voglio rivolgermi agli esponenti abruzzesi del centrodestra, intendo quelli nati e cresciuti in Abruzzo, che hanno idee diverse dalle mie ma che amano la nostra terra e che hanno dedicato e dedicano da anni il loro impegno politico per il luogo che è stato ed è delle proprie famiglie e che sarà dei propri figli. Voglio chiedere loro: cos’altro deve succedere? Quanto altro dovrete supinamente sopportare una guida della Regione che segue gli ondivaghi sospiri della Meloni e se ne frega dei bisogni dei vostri e nostri concittadini? Non parlate più con i vostri elettori? Non sentite il grido di dolore e di indignazione della nostra gente, dagli operatori sanitari ai commercianti? Non siete più in grado di far sentire la vostra voce e restituire dignità e ragionevolezza alla guida della Regione?
Perché quello che sta succedendo in queste ore e in questi giorni resterà nella memoria degli abruzzesi per decenni. E ricorderanno anche chi poteva parlare e ha taciuto, chi poteva fare e non ha fatto. Per questo sento tutta la responsabilità di dare il mio contributo per far crescere il prima possibile un’alternativa solida a questa mala gestione: un’alternativa di centrosinistra allargata ai civismi ma soprattutto un’alternativa abruzzese, capace di mettere sempre avanti gli interessi del futuro del nostro territorio. Per un Abruzzo mai più luogo di esperimenti politici nazionali che la sfortuna ha voluto coincidessero con la peggiore crisi della storia repubblicana. Gli abruzzesi sono un popolo orgoglioso e dignitoso e davvero non meritano tutto questo.