“La gestione del Pnrr è un concentrato del pessimo modus operandi del governo Meloni e questo decreto ne è la perfetta dimostrazione. E’ la sintesi di come la destra stia governando il nostro Paese a forza di commissariamenti, negazionismo sulla crisi climatica, ritardi e fallimenti proprio sul Pnrr, senza il quale le condizioni già difficili della nostra economia sarebbero disperate. Senza di noi, che quel piano di ripresa e resilienza lo abbiamo voluto, il nostro non sarebbe stato il Paese in Europa ad avere beneficiato di maggiori risorse. E questo, nonostante la destra lo avesse osteggiato e bocciato proprio in Parlamento. Purtroppo per i limiti evidenti di questo Governo continuiamo a registrare ritardi e difficoltà di applicazione che rischiano di far saltare programmi e progetti che, temiamo, non basterà l’ennesimo decreto legge, con la solita formula di necessità e urgenza, a salvare. Servirebbero idee e competenze, piani e azioni, mentre il Governo vive di rinvii. Nessuno nel Governo e si preoccupa di cosa accadrà quando finiranno gli effetti benefici del Pnrr. Ciò che invece ci viene proposto è un decreto che già dal nome e sin dal primo articolo, Caivano 2, reca il marchio di fabbrica del Governo: propaganda e commissariamento. Si privilegiano la logica del consenso e la retorica del potere a discapito della reale e concreta soluzione dei problemi. Nel corso di due anni e mezzo il Governo ha promosso oltre 60 procedure di nomina di commissari “alla qualunque”. E’ il caso, ad esempio, del ddl post-calamità che accentra il controllo delle procedure, e non solo, su Palazzo Chigi a discapito dei territori e della loro legittima autodeterminazione decisionale. A questo dobbiamo aggiungere l’approccio puramente trumpiano che derubrica le emergenze ambientali, a questioni marginali, dedicando loro solo qualche comma quando sarebbero serviti ben altre misure e ben altri sforzi. Ne sono d’esempio di questo modo di agire la cabina di regia sulla crisi idrica e la gestione dei danni all’agricoltura che siccità e cambiamenti climatici stanno arrecando in modo grave e drammatico. In particolare in Abruzzo dove un decreto del Ministero dell’Agricoltura per la ripartizione di 112 milioni di ristori ha escluso centinaia di imprese agricole che da mesi attendevano risorse fondamentali dopo una stagione difficile. Per non parlare della viticoltura pesantemente colpita in tutto il Paese con cali di produzione del 60/70% e danni per decine di milioni euro, che dopo tante promesse è stata abbandonata. Non era forse questa la sede per far fronte a tali problematiche in un decreto rubricato e teoricamente dedicato alle “emergenze”? Pare di no! Tanta arroganza e sciatteria hanno solo un nome: malgoverno, che noi continueremo sempre a combattere. Per questo, oggi, voteremo contro questo provvedimento”. Così i il senatore del Pd Michele Fina, nel corso del suo intervento nell’aula di Palazzo Madama sul decreto Emergenze.
Comunicato stampa