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Fondo complementare al Pnrr: “Servono progetti”

Parte ascolto del territorio per mettere in rete idee e bisogni

pezzopane

“Una mobilitazione di energie per mettere in rete i progetti e costruire una strategia”.

Così la deputata Pd Stefania Pezzopane all’incontro nella sede Ance all’Aquila sul Piano Nazionale di ripresa e resilienza “L’Aquila la ricostruzione e l’Appennino”.

Il cosiddetto fondo complementare del Pnrr, ottenuto per le zone terremotate, di 1,7 miliardi è occasione irripetibile per il futuro dei 183 comuni dei crateri sismici 2009 e 2016 contro spopolamento e marginalità economica. “Diamo la parola al territorio per creare un dibattito con esso e una grande strategia in cui mettere i progetti – continua Pezzopane. “Sono due le linee di progetti: la prima, oltre 1 miliardo, comprende innovazione digitale, sviluppo di infrastrutture di aree interne e sviluppo di comunità energetica, rigenerazione urbana e territoriale, accessibilità culturale e infrastrutture compresi cammini e ciclovie. La seconda riguarda imprese, un programma di promozione di cultura, sport e inclusione, valorizzazione ambientale e implementazione di centri di ricerca.

“La governance è la novità che porta a una visione, integrata con un modello multi-livello – ha detto Giovanni Legnini, commissario straordinario ricostruzione 2016-2017 – una cabina di coordinamento che assomma governo, struttura commissariale, struttura di missione 2009 e i presidenti delle quattro regioni, e i 183 sindaci. Tutti uniti con una squadra territoriale per attuale le misure straordinarie del Pnrr”.

“Occorre preparare le amministrazioni locali per la gestione del fondo complementare – ha detto Carlo Presenti, capo Struttura di missione sisma 6 aprile 2009 – Bisogna pregare anche le imprese per fare progettazione di qualità finanziabili in tempi stretti. Migliaia di cittadini entreranno in contatto con le tecnologie informatiche più innovative, nel cuore degli Appennini”.

“L’Europa pretende coerenza di finalità per finanziare i progetti – ha detto Giovanni Lolli, già assessore regionale – Occorre chiedersi quanti posti di lavoro siano stati creati con i fondi Restart (2009). I soldi programmati e non spesi, come i 20 milioni per il Gran Sasso, gli 11 per la ciclovia L’Aquila-Capitignano, i 10 di aiuto al credito”.

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