“Veloce, quasi fulminea l’approvazione da parte della maggioranza del la costruzione di un forno crematorio ad Avezzano. Ad un’Amministrazione comunale che dice di aver basato su condivisione e confronto ogni decisione presa durante questo primo anno di mandato, impossibile non chiedere perché non si è coinvolta la cittadinanza in una scelta che riguarda l’intera città, imponendo una decisione così forte, presa in pochissimo tempo da 13 persone, a cui i cittadini dovranno sottostare per almeno 30 anni. In ogni città d’Italia in cui le imprese del settore hanno proposto la realizzazione di un tempio per la cremazione, si è aperto un dibattito ed un confronto con la cittadinanza, con la politica e con le associazioni a vario titolo competenti. Nella maggior parte dei casi da tali dibattiti è scaturito un secco NO delle Amministrazioni, che spesso hanno cambiato idea riconsiderando tutti gli aspetti ed i risvolti sociali ed ambientali”. Questa è la nota firmata dal coordinamento cittadino di Forza Italia sulla realizzazione in città di un tempio crematorio, nella zona industriale.
“L’ultimo in ordine di tempo è il Comune di Tagliacozzo – si legge nella nota giunta alla nostra Redazione – che solo un anno fa ha bocciato la realizzazione di tale opera; Perché solo ad Avezzano l’Amministrazione Comunale non ha aperto un dibattito? Senza censurare l’iniziativa dell’imprenditoria privata e nel pieno rispetto di chi predilige questo tipo di procedimento funerario – già possibile in altre parti d’Italia – dobbiamo necessariamente chiederci e chiedere all’Amministrazione in carica:
1. Perché non si è aperto un dibattito in Città per vedere se questa iniziativa va incontro a quella che è la vocazione del territorio già orientata verso il settore produttivo dell’agro-alimentare e turistico ambientale, nonché crocevia di percorsi verso i più grandi Parchi naturalistici del Paese?
2. Perché non si è ristretta la fruibilità del servizio ai soli cittadini di Avezzano ed invece dobbiamo allargarne l’utilizzo alle salme provenienti da tutte le parti d’Italia?
3. Perché non si sono smentiti con fatti e dati certi tutti i rischi di inquinamento ambientale che hanno da sempre impedito ai proponenti di questa tipologia di impianti di aprire così facilmente, pensando soprattutto che per i prossimi 30 anni (durata della convenzione) saranno effettuate centinaia di migliaia di cremazioni?
4. La Legge 130/2001 prevede che siano le Regioni a regolamentare la realizzazione degli impianti di cremazione da parte dei Comuni; l’Amministrazione ha verificato se la Regione Abruzzo ha predisposto tale regolamentazione, mancante fino al 2020, circostanza che ha bloccato la realizzazione del forno a Tagliacozzo?
5. Perché non considerare che non verranno creati posti di lavoro aggiuntivi e che i guadagni del Comune saranno assolutamente marginali?
6. Perché deliberare la realizzazione proprio adesso che abbiamo il Sindaco sospeso?
“Siamo convinti che se ci fosse stato il Sindaco eletto, questa cosa non sarebbe avvenuta, almeno non così come stanno cercando di portarla avanti i suoi spaesati Consiglieri. Anche questo è causa di un’Amministrazione senza guida che da troppo tempo cerca di trovare degli equilibri tra i singoli consiglieri, subendo le loro proposte a volte davvero singolari, utili solo a far sopravvivere questa amministrazione acefala.
Chiediamo al Sindaco di intervenire per interrompere l’iter di affidamento del forno crematorio visto che è ancora possibile, ed aprire un corretto e necessario dibattito sul tema. Se in tutta la regione Abruzzo non si è mai aperto un forno crematorio ci sarà pur un motivo e se proprio non volesse andare lontano, provi a chiedere al Sindaco di Tagliacozzo che solo lo scorso anno ha impedito nella sua città la stessa realizzazione”, questa la conclusione.