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Frase sessista: “Sconcertante difesa di Di Masci”

"Quella z***a": frase fatta passare come una possibile espressione di utilizzo comune nel gergo politico locale

“Aldilà dell’evidente ed univoca offensività del lessico utilizzato dal Di Masci, desta sconcerto l’idea sostenuta dalla difesa di voler far passare la parola ‘z***a’ come una possibile espressione di utilizzo comune nel gergo politico locale, cercando, sul punto, il conforto di uno dei testimoni”.

Così in una nota Roberta Salvati, consigliere comunale di Sulmona.

Lo scorso 8 luglio, presso il Giudice di Pace di Sulmona, si è celebrato il processo penale che vede imputato l’ex sindaco Bruno Di Masci e parte civile costituita Roberta Salvati della Lega.

Il processo riguarda, come ricorda la stessa Salvati, i fatti avvenuti nel 2018 e, segnatamente, la diffusione incontrollata di un video tramite whatsapp che ritrae Bruno Di Masci mentre, durante una telefonata, pronuncia la frase “Quella z***a della Salvati” di fronte a diverse persone.

“Sono sconcertata dal pretesto utilizzato durante il dibattimento: le parole hanno un chiaro significato e in questo caso c’è un video che lo attesta; sono frasi altamente diffamatorie e screditanti verso di me che, oltretutto, sono una donna sposata con figli ed appartengo ad una famiglia di persone per bene. L’offesa, inoltre, è estesa ora all’intera comunità sulmonese, alla quale certamente ripugna l’idea che si possa fare ‘politica’ ingiuriando gli avversari. Infatti, questi sono termini usati perché non si ha il coraggio di affrontare l’altro con toni e parole consone; ancora peggio, però, è cercare di minimizzare un fatto gravissimo, addirittura cercando di far passare determinati termini come di utilizzo comune; una prospettiva tanto fantasiosa quanto aberrante”.

“Questo mi fa orrore e mi induce molta preoccupazione, anche considerato che, ad oggi, nessuna presa di distanza dal predetto atteggiamento è pervenuta dai compagni di partito del Di Masci – prosegue la nota. Basti pensare che nel gruppo politico cui appartiene Di Masci vi è, peraltro, anche Luigi Santilli, ossia colui che, proprio nel 2018, si trovava all’altro capo del telefono mentre venivano pronunciate le suddette frasi da Di Masci. Ed allora, come si diceva, tutto ciò accade mentre ci approssimiamo ad una nuova tornata elettorale, in vista della quale Di Masci si appresta a comporre una lista per le prossime elezioni amministrative, senza mostrare alcun segno di effettiva resipiscenza per la sua inqualificabile condotta”.

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