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Furto di gasolio all’ufficio postale Civitella Roveto, 4 nei guai

Scatta la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel proprio comune di residenza per 4 persone, tutte e 4 indagate per il reato di furto aggravato. Articolate indagini hanno permesso di risalire all'identità dei quattro. Si erano impossessati di 220 litri di gasolio che si trovavano nel serbatoio interrato all’interno del giardino dell’Ufficio Postale di Civitella Roveto.

Era il 28 novembre 2019 quando i Carabinieri della Stazione di Morino sventarono un furto ai danni dell’ufficio postale di Civitella Roveto. Nell’ambito dei servizi predisposti al fine di prevenire i reati predatori, nel corso della notte, i militari operanti erano intervenuti presso l’ufficio postale di Civitella Roveto a seguito dell’attivazione dell’allarme collegato con la Centrale Operativa della Compagnia di Tagliacozzo. Giunti sul posto avevano sorpreso due giovani pregiudicati napoletani intenti a prelevare il gasolio dall’interno delle cisterne ubicate nel piazzale retrostante.

A seguito dell’attività d’indagine condotta dai militari di Morino e grazie alla condivisione delle risultanze investigative da parte della Procura della Repubblica di Avezzano, il GIP del locale Tribunale ha emesso la misura cautelare personale dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, con obbligo di permanenza domiciliare notturna nei confronti di quattro persone indagate di furto aggravato. Le indagini avviate tempestivamente a seguito dell’episodio di novembre, hanno permesso, infatti, di raccogliere inconfutabili elementi di reità nei confronti di S.A., classe ’62, A.T., classe ‘90, M.D.A., classe ’88, di Qualiano (NA) e di G.P., classe ’90, di Giuliano in Campania (NA), i quali, in concorso tra loro, si impossessavano di 220 litri di gasolio che si trovavano nel serbatoio interrato all’interno del giardino dell’Ufficio Postale di Civitella Roveto, al quale accedevano forzandone il cancello d’ingresso.

LA DECISIONE DEL GIP Il GIP del Tribunale di Avezzano, nel concordare con l’impianto accusatorio, ha evidenziato la pericolosità concreta della reiterazione del reato, in quanto lo stesso non è apparso come un fatto occasionale, bensì come un modo abituale di agire.

C’ERA IN PIEDI UNA VERA E PROPRIA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE
– Questa circostanza si evidenzia dalle modalità delittuose poste in essere, dalle quali si può dedurre una rodata e stabile “organizzazione”: gli indagati, infatti, tutti noti alle Forze dell’Ordine poiché gravati da precedenti penali, anche analoghi alla fattispecie per cui si procede, privi di attività lavorativa, risultano aver perpetrato il furto con mezzi presi a noleggio presso un’agenzia alla quale si erano già rivolti per ben 36 volte. Hanno eseguito il delitto utilizzando “strumenti” utili a tal fine (taniche, tubi, pompa di aspirazione e attrezzi atti allo scasso) oltre ad essersi spostati da un’altra regione al fine di non essere riconosciuti e poter eludere i controlli di polizia. Inoltre, uno degli indagati risulta essere percettore del Reddito di Cittadinanza, mentre gli altri appartengono a nuclei familiari che ne beneficiano.

Pertanto il GIP, contestualmente all’applicazione della misura cautelare personale, ha disposto la sospensione del citato beneficio.

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