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Gaslighting: quando la violenza sulle donne è invisibile ma subdola

«La violenza contro le donne ha assunto dimensioni tali da poter essere considerata una vera e propria piaga sociale».

Lo affermano dalla FNP Cisl e spiegano: «Moltissime le donne che subiscono maltrattamenti nel corso della loro vita, attraverso minacce personali o alle persone care della vittima, ricatto emotivo, isolamento, violazione della privacy con ipercontrollo, gelosia patologica e tutti i gesti e le parole che hanno lo scopo di svalutare, denigrare, umiliare, disprezzare. Il gaslighting è la forma più subdola di violenza psicologica, responsabile di una profonda sofferenza che si struttura nel tempo minando la personalità della vittima e la sua fiducia in sé stessa, del grado di contatto con la realtà fino a sentirsi una persona confusa e sbagliata. Il sabotaggio di qualsiasi attività relazionale è finalizzato a rendere la vittima completamente dipendente e priva di sostegno morale. Il comportamento di gaslighting attraversa tre fasi: la prima d’incredulità da parte della vittima, che non crede a quello che vorrebbe farle credere il suo carnefice, la seconda di difesa e la terza di depressione dove si convince che il manipolatore ha ragione e diventa dipendente e vulnerabile».

 

Fonte: ASIPRESS

 

Foto di: InLibertà

 

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