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Gender gap: c’è ancora molto da fare

In ambito Stem grande sotto-rappresentazione femminile e per i vertici solo 20% Ceo in Italia è donna

Secondo il “Gender Gap Report 2021” del World Economic Forum, su 156 Stati mappati, l’Italia è al 63esimo posto per l’indice composito di “Gender Gap”, che tiene in considerazione le differenze di genere in 4 diversi ambiti: partecipazione economica e opportunità; livello di istruzione; salute e sopravvivenza; empowerment politico.

L’Italia rispetto al 2020 è risalita di ben 13 posizioni, ma rimane comunque dietro.

In ambito STEM la sotto-rappresentazione femminile rimane evidente, con particolari picchi di divario di genere in settori come il Cloud Computing, l’Intelligenza artificiale e l’ingegneria, dove le donne rappresentano rispettivamente il 14%, il 32% e il 20% della forza lavoro.

La situazione non migliora focalizzandosi sulla possibilità di ricoprire ruoli apicali.

In questi primi mesi del 2022 le donne nel mondo che detengono posizioni aziendali di comando sono il 32%, con soli due punti percentuali in più rispetto all’anno precedente.

In Italia la situazione è ancor più critica: solo il 20% dei CEO è donna e questo significa che siamo ancora molto indietro rispetto al resto del mondo.

La parità di genere, il cosiddetto “gender gap”, è un tema sempre più attuale. A tal punto da essere anche contemplata anche nelle misure previste dal PNRR, “il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha predisposto un documento che analizza il contributo degli interventi previsti nel PNRR e presenta una valutazione ex ante sugli impatti che gli interventi stessi possono apportare per ridurre il divario in molti ambiti“.

In particolare, le risorse previste dal PNRR per interventi mirati alle donne o che potrebbero avere riflessi positivi, anche indiretti, nella riduzione dei divari attualmente presenti a favore delle donne rappresentano oltre il 20% del totale (circa 38,5 miliardi).

In occasione della “Giornata Internazionale della Donna”, il Gruppo Fortitude, realtà 100% made in Italy nata per affrontare le sfide della digital transformation al pari dei colossi internazionali del settore, e SheTech, organizzazione no profit che si impegna a colmare il gender gap nel settore delle STEM, rinnovano il loro appello per la crescita delle presenze femminili nell’ambito di riferimento e confermano il grande impegno profuso per cercare di cambiare lo stato delle cose attraverso una serie di iniziative di formazione e sensibilizzazione. È il caso dei Bootcamp di coding, incontri formativi in ambito Front-end, con i prossimi appuntamenti dedicati a Javascript e React Js, e delle #SheTechBreakfast, live informali durante le quali le Role Model raccontano la loro esperienza alle giovani donne interessate a intraprendere un percorso nelle STEM. “Il gender gap è un problema che colpisce il mondo del lavoro e il nostro settore in particolare. Non è più possibile fare finta di niente e bisogna impegnarsi di più per fare un deciso passo in avanti”, dichiara Leo Pillon, CEO del Gruppo Fortitude. “La collaborazione con SheTech va in questa direzione: aumentare la presenza delle donne, col bagaglio di capacità che si portano dietro, aiuterebbe in maniera significativa il mondo STEM spingendolo verso un rapido sviluppo. Eppure sarà necessario un cambiamento di tipo culturale per combattere una tendenza troppo radicata, i numeri sono purtroppo molto chiari e la nostra volontà di aumentare le quote femminili in Fortitude spesso si scontra con la realtà e col fatto che solo il 10% dei cv che riceviamo sono di donne. Se poi facciamo riferimento ai ruoli più “tecnici” la percentuale scende addirittura al 2%. Urge un cambio di passo nella consapevolezza delle giovani donne stesse che, anche grazie alle storie che presentiamo, devono prendere coscienza di essere in grado di fare tecnologia di alto livello, anche meglio degli uomini!”.

Tra le Role Model selezionate c’è Marinella Mastrosimone, UX/UI Expert, da tre anni parte del Gruppo Fortitude, che sviluppa software e crea interfacce intuitive che aiutino l’utente a navigare autonomamente all’interno di siti e app. “Nel mio percorso professionale ho capito che per colmare il gender gap nel mondo STEM, così come in molti altri settori, è necessario creare sempre più modelli femminili di riferimento”, dichiara Marinella Mastrosimone. “Dobbiamo dimostrare, soprattutto alle generazioni future, che certe posizioni possono e devono essere ricoperte anche da figure femminili. Donne e uomini ragionano, generalizzando, secondo processi mentali diversi. Includere modelli di pensiero nuovi per questo settore favorisce il processo innovativo indispensabile per il periodo storico che stiamo vivendo. Tra le altre cose, mi piace sottolineare come anche l’alta tecnologia non sia solo fatta di numeri e algoritmi, ma è necessariamente frutto di un vero e proprio processo dove l’empatia femminile gioca un ruolo importante, non solo nelle relazioni, ma nel trovare soluzioni semplici e creative per risolvere problemi complessi”.

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