Giorgia Meloni alla Camera per le dichiarazioni programmatiche, a un mese esatto dalle elezioni che hanno consacrato la maggioranza di centrodestra. Al suo ingresso è stata accolta da un lungo applauso della maggioranza. Immobili i deputati di opposizione. La premier è stata salutata da tutti i ministri, in particolare da Matteo Salvini che l’ha abbracciata. “Io sono intervenuta molte volte in quest’Aula, come deputato, come ministro, come vicepresidente della Camera, eppure la solennità è tale che mai sono riuscita a intervenire senza provare un sentimento di emozione e profondo rispetto”, le prime parole di Meloni, per la quale quello della fiducia “è un momento fondamentale della nostra democrazia a cui mai dobbiamo assuefarci”.
Meloni ha quindi espresso “un sincero ringraziamento a Sergio Mattarella, che nel dare seguito all’indicazione espressa dagli italiani il 25 settembre scorso non ha voluto farmi mancare i suoi preziosi consigli”. Un “grazie” anche a Mario Draghi “che tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha offero tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegno veloce e sereno. Così dovrebbe essere sempre, così è nelle grandi democrazie”. “La celerità era doverosa”, perché la situazione del Paese “non consente di perdere tempo e noi non intendiamo farlo”, ha affermato aggiunto nel suo intervento alla Camera, sottolineando che “noi oggi interrompiamo questa anomalia, dando vita un governo pienamente politico e rappresentativo della volontà popolare”.
“Il mio ringraziamento più sentito – ha aggiunto – non può non andare al popolo italiano: a chi ha deciso di non mancare l’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto, consentendo la piena realizzazione del percorso democratico, che vuole nel popolo, e solo nel popolo, il titolare della sovranità…”. “Con il rammarico, però -ha avvertito- per i moltissimi che hanno rinunciato all’esercizio di questo dovere civico sancito dalla Costituzione”. “Cittadini che reputano sempre più spesso inutile il loro voto, perché, dicono, tanto poi decidono altri, decidono nei palazzi, nei circoli esclusivi… E, purtroppo, spesso è stato così negli ultimi 11 anni, con un susseguirsi di maggioranze di governo pienamente legittime sul piano costituzionale, ma drammaticamente distanti dalle indicazioni degli elettori”. ”Noi oggi -ha assicurato- interrompiamo questa grande anomalia italiana, dando vita ad un governo politico pienamente rappresentativo della volontà popolare”.
“Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi – sottolinea – non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani”. “Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste”.
“Donne che hanno osato -aggiunge – per impeto, per ragione, o per amore. Come Cristina (Trivulzio di Belgioioso, ndr), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (Montmasson ndr), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (Strada ndr) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (Montessori ndr) o Grazia (Deledda ndr) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese”. “Eppoi Tina (Anselmi ndr), Nilde (Jotti, ndr), Rita (Levi Montalcini, ndr ), Oriana (Fallaci, ndr), Ilaria (Alpi, ndr), Mariagrazia (Cutuli, , ndr), Fabiola (Giannotti, ndr), Marta (Cartabia, ndr), Elisabetta (Casellati, ndr), Samantha (Cristoforetti, ndr), Chiara (Corbella Petrillo, ndr). Grazie, Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io”, conclude nel suo passaggio dedicato alle donne.