Deposizione di corone e celebrazioni istituzionali e religiose, bandiere a mezz’asta e non solo. Anche mostre e proiezioni in anteprima nel giorno-simbolo che vide nel 2020 una lunga colonna di mezzi dell’esercito attraversare Bergamo con le bare della pandemia.
Anche l’Abruzzo oggi ricorda le sue 3.036 vittime.
Oggi a Palazzo di Città a Vasto bandiere a mezz’asta in occasione della “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19”. Ad annunciarlo il sindaco Francesco Menna.
“Per mantenere vivo il ricordo dei 63 concittadini e di tutte le persone che hanno perso la vita a causa della pandemia da Covid-19 – dichiara Menna – abbiamo deciso di esporre le bandiere a mezz’asta . Un gesto simbolico per rinnovare la vicinanza ai familiari delle vittime. Ringrazio – conclude il primo cittadino – i medici, gli infermieri, i farmacisti, la Protezione Civile, la Croce Rosse, le associazioni e tutti i volontari impegnati nella cura del virus e nel processo di somministrazione dei vaccini durante l’emergenza sanitaria”.
Sono passati due anni da quando il mondo è stato sconvolto dalla pandemia da Covid-19. Quarantena, isolamento, tampone e mascherina sono diventate parole del lessico quotidiano. Anche se all’orizzonte c’è la fine dello stato di emergenza (31 marzo) e le misure di contenimento del contagio si stanno progressivamente allentando, non si possono dimenticare le oltre 157mila vittime del virus in Italia. Più di 6 milioni in tutto il mondo. Vittime che continuano ad aumentare.
È per questo che oggi 18 marzo si celebra la Giornata nazionale delle vittime del Covid, dopo che il 17 marzo 2021 la Commissione affari costituzionali del Senato l’ha approvata con legge votata all’unanimità.
Ci sarà anche il presidente della Camera Roberto Fico a Bergamo per ricordare le persone decedute a causa del Covid nella seconda Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus.
Alle 10:30 Fico parteciperà alla deposizione della corona di fiori alla lapide alla memoria al Comitero Monumentale e alle 11 nella cattedrale di Sant’Alessandro alla prima esecuzione assoluta del brano “Lumen Christi” che il compositore Torsten Rasch ha dedicato a Bergamo.
Alle 12, poi, nel Bosco della memoria al parco della Trucca cerimonia di commemorazione. Eventi istituzionali, religiosi e artistici in tutta Italia: la Giornata è stata istituita nel 2021, un anno dopo la lunga marcia dei mezzi dell’esercito che lasciavano Bergamo con le bare delle vittime di Covid.
“La tragedia del Covid 19 in Italia ha causato centinaia di migliaia di morti e tra questi quasi 400 medici italiani, deceduti a seguito del loro lavoro nell’assistenza ai pazienti. Una catastrofe umana e sociale! Le centinaia di medici deceduti a causa della pandemia, dovrebbero spingere il Governo ad intervenire per il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro a seguito di contagio da Covid-19”, così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani commenta la Giornata della memoria per le vittime della pandemia che si celebra oggi.
“Il sacrificio più di circa 400 medici, di cui più della metà medici di famiglia – prosegue Onotri – deve servire per far estendere le tutele sul lavoro a tutta la categoria. Il Governo e il Ministro della Salute prendano atto di questa discriminazione e mettano urgentemente in campo uno strumento normativo adeguato che riconosca ai medici di medicina generale e a quelli convenzionati le tutele previste per tutti gli altri lavoratori anche coinvolgendo gli istituti assicurativi privati che al pari di Inail non prevedono tale tipo di copertura. I medici convenzionati devono poter usufruire della copertura assicurativa, a partire dal riconoscimento da parte dell’Inail dell’infortunio sul lavoro e di riconoscimenti economici adeguati nel caso di decesso dovuto a cause di lavoro, come quella da contagio da virus”.
“Sono stati spesi miliardi di euro per questa pandemia, sono stati adottati provvedimenti legislativi di urgenza atti a fronteggiarla a dimostrazione che quando la politica vuole, può. Nel caso del riconoscimento degli infortuni dei medici sembrerebbe che la categoria non valga nemmeno un grazie da parte delle istituzioni. Cosa bisogna aspettare ancora ? I medici devono essere tutelati come ogni altro lavoratore a partire dalla loro salute, preservando la loro funzione nei confronti dei pazienti”, conclude la leader dello Smi.