È Pescara la piazza principale abruzzese ad accogliere dalle 10.30, la lettura pubblica dei nomi di tutte le vittime innocenti delle mafie in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno promossa dalla rete di Libera e l’adesione di istituzioni, forze dell’ordine, associazioni, realtà sociali e scolastiche.
Giunta alla 27/a edizione, e riconosciuta nel 2017 con Legge dello Stato, la prima giornata di primavera anche in Abruzzo diventa un momento di ricordo e di impegno, in collegamento con la manifestazione nazionale a Napoli, la piazza che ospiterà l’intervento del fondatore di Libera, don Luigi Ciotti.
Iniziative anche a Chieti, Sulmona e Tornareccio.
Un momento che si propone anche come di riflessione sulla situazione regionale: l’Abruzzo è in zona arancione per quanto riguarda l’aumento di quei “reati spia” che riflettono in sé il pericolo di infiltrazione mafiosa, come documentato dal recente rapporto nazionale di Libera: “La tempesta perfetta 2022: la variante criminalità”.
Come si legge nel dossier, nell’ultimo biennio in Abruzzo il numero delle interdittive antimafia emesse dalle prefetture nei confronti di aziende controllate o condizionate dalle organizzazioni criminali è aumentato del 71% (14 interdittive nel biennio 2018/2019, 24 nel biennio 2020/2021) collocandosi al nono posto tra le regioni italiane, a fronte di una media nazionale del + 33%. Di recente c’è stato un provvedimento inibitorio emanato dalla Prefettura di L’Aquila nei confronti di tre aziende agricole.
Nel biennio pandemico sono aumentate anche le segnalazioni sospette con un incremento percentuale del 24% in linea con la media nazionale; 257 sono invece le nuove imprese abruzzesi della ristorazione diventate più vulnerabili a infiltrazioni criminali. Si registra una diminuzione nel biennio 2020/2021 rispetto a quello precedente dei reati di usura (-22%), mentre sono aumentate del 34% le truffe e frodi informatiche. Maglia nera all’Abruzzo sulla trasparenza dei fondi delle spese fatte per la gestione dell’emergenza tramite bandi di gara delle pubbliche amministrazioni: dei 244 milioni messi a bando per arginare la crisi sanitaria scatenata dal Covid, solo il 15% risulta aggiudicato e documentato.