“Il commercio al dettaglio, in Abruzzo, chiude il primo trimestre 2025 in calo. Secondo le stime dell’Istat, le vendite sono scese dello 0,5% rispetto a febbraio: una battuta d’arresto che coinvolge i generi alimentari ma anche prodotti diversi”. Ad affermarlo è Giammarco Giovannelli, presidente di Confcommercio Abruzzo, sulla base dei dati elaborati dal Centro studi Confcommercio su rilevazioni Istat. “I consumi non riescono a ripartire. I generi alimentari sono in flessione dello 0,1% e i non alimentari segnano un -0,4%”, evidenzia Giovannelli, “su base annua, il quadro si fa ancora più pesante: rispetto a marzo 2024, le vendite al dettaglio perdono, in Abruzzo, il 2,8% in valore e il 4,2% in volume. A pesare sono soprattutto gli alimentari, che scivolano del 4,2% in valore e addirittura del 6,7% in volume”. I beni non alimentari reggono un po’ meglio, ma il trend resta negativo (-1,4% e -2,1%). Qualche spiraglio si intravede solo per i prodotti per la cura della persona (+1,8%) e i farmaceutici (+0,6%). Male, invece, la cartoleria e i libri (-4,5%) e le calzature (-4,2%). Anche guardando alle diverse forme di vendita i segnali sono negativi: segno negativo per la grande distribuzione (-2,6%), le piccole superfici (-3,1%), le vendite fuori dai negozi (-4,7%) e perfino l’e-commerce, con un -1,3%. “Il dato di marzo sulle vendite”, sottolinea il presidente Giovannelli, “conferma il difficile momento della domanda, sia in Italia che nella nostra regione. Va letto con cautela, soprattutto se si guarda al confronto su base annua. Non mancano segnali di preoccupazione per il permanere di una situazione difficile, in particolare in alcuni segmenti di consumo come abbigliamento e calzature, i comparti che soffrono più di tutti. Registriamo, in questo contesto, anche una diminuzione della fiducia da parte delle famiglie che rende più incerta e difficile l’uscita da questo clima e che rallenta ulteriormente i consumi, con il rischio di rinviare la ripresa della domanda e di limitare le prospettive di crescita per il 2025”. Secondo i dati Istat nel primo trimestre di quest’anno hanno evidenziato aumenti più elevati per le famiglie con minore capacità di spesa e relativamente più contenuti per quelle con livelli di spesa più alti (rispettivamente +2% e +1,8%). A marzo è aumentata l’inflazione, passata dall’1,9% all’1,6% di febbraio. “Dinamiche che incidono sui consumi delle famiglie”, spiega Giovannelli, “e che richiedono un’attenta analisi e misure di contenimento dei prezzi. La diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie abruzzesi, che riflette l’andamento a livello nazionale, ha prodotto un rallentamento della domanda e una flessione dei consumi”. La diminuzione delle vendite nei centri commerciali è stata dell’1,8%; più marcata quella dei negozi di prossimità, che hanno fatto registrare una flessione del 2,2% rispetto ai mesi precedenti.
Con preghiera di cortese pubblicazione.
Comunicato stampa